Sci indoor e poca pendenza...manna per l'italiano?
Prendetela come una provocazione, ma nemmeno troppo, in fondo. Prendetela come uno spunto di riflessione, magari campato in aria e con poche effettive valenze tecniche ma...chi lo sa?
Si parte da un presupposto oggettivo ed ovvero che nella grande maggioranza dei casi, in slalom e gigante soprattutto, il ritornello principale al termine delle prove degli azzurri (si generalizza per comodità e brevità, anche se andrebbero fatti i vari distinguo del caso) è sempre lo stesso "Ah, quel pianetto proprio non lo digerisco, prendo sempre vagonate di decimi lì e non capisco perchè".
Sul perchè è forse meglio che parlino i tecnici, anche se gli indizi spesso e volentieri appaiono evidenti; ma forse un suggerimento che forse tale non è (non vorrete mica che tecnici, atleti e dirigenti non ci fossero arrivati da soli...) riguarda proprio la possibilità di sfruttare in maniera più massiccia questi impianti indoor, magari con sedute concentrate e più frequenti, studiando appositamente lo scorrimento degli sci nei tratti meno ripidi, spingendo il più possibile per migliorare questo settore che, tra i tanti, appare senza dubbio il più critico per lo sciatore italiano medio.
Proprio sui "piani", francesi e svizzeri (questi ultimi più al femminile) hanno saputo creare una supremazia abbastanza evidente e non è da escludersi che l'arrivo del tecnico Jacques Theolier (lo stesso che ha coltivato la crescita dei vari Grange, Lizeroux, Tissot) possa sensibilizzare maggiormente Casa Italia sotto simili aspetti. Certo, a vantaggio dei francesi è andata e va tutt'ora la possibilità di poter sfruttare l'impianto di Amneville, al pari degli altri principali (Amburgo, Laandgraaf, Neuss, Bottrop) decisamente lontani per gli atleti azzurri che per raggiungerli devono generalmente sobbarcarsi viaggi piuttosto impegnativi. Ma in attesa che anche l'Italia possa vedere l'arrivo di una simile struttura (naufragata l'idea del Trentino, pare possa trovare spazio nella vicina Lombardia) forse qualche considerazione in merito va fatta...
Ma allora.... discese di 30/40 secondi in pseudo piano, se opportunamente ripetute e studiate, possono servire a qualcosa? Ecco l'interrogativo...la risposta, ai tecnici. Ovviamente.
(sabato 7 novembre 2009)
Proprio sui "piani", francesi e svizzeri (questi ultimi più al femminile) hanno saputo creare una supremazia abbastanza evidente e non è da escludersi che l'arrivo del tecnico Jacques Theolier (lo stesso che ha coltivato la crescita dei vari Grange, Lizeroux, Tissot) possa sensibilizzare maggiormente Casa Italia sotto simili aspetti. Certo, a vantaggio dei francesi è andata e va tutt'ora la possibilità di poter sfruttare l'impianto di Amneville, al pari degli altri principali (Amburgo, Laandgraaf, Neuss, Bottrop) decisamente lontani per gli atleti azzurri che per raggiungerli devono generalmente sobbarcarsi viaggi piuttosto impegnativi. Ma in attesa che anche l'Italia possa vedere l'arrivo di una simile struttura (naufragata l'idea del Trentino, pare possa trovare spazio nella vicina Lombardia) forse qualche considerazione in merito va fatta...
Ma allora.... discese di 30/40 secondi in pseudo piano, se opportunamente ripetute e studiate, possono servire a qualcosa? Ecco l'interrogativo...la risposta, ai tecnici. Ovviamente.
(sabato 7 novembre 2009)