La Coppa del Gobbo
di Carlo Gobbo
La maestosità delle Montagne Rocciose canadesi che abbracciano, quasi proteggono, Lake Louise, ha fatto da cornice ad una serie di intense emozioni che hanno caratterizzato il primo appuntamento di Coppa per le discipline veloci. Due sono stati gli attori più significativi che, nella terra dei Crazy Canucks, hanno saputo volare nella leggenda, scivolando più veloci di tutti al cospetto degli Dei della Neve: Peter Fill ed Hermann Maier. Per il bravo e generoso carabiniere altoatesino è stata la prima volta sul posto più alto del podio, per lo straordinario campione austriaco una vittoria che ha un magico sapore di "prima volta"! Ne ha ingoiate amarezze Peter prima di questo momento, accettando in silenzio tanti (troppi) giudizi negativi, anche da tanti tecnici (o pseudo tali) che di lui conoscono solo i piazzamenti! Ha sempre chinato il capo, senza reagire, affidando al solo lavoro la sua riscossa. Splendido esempio di come si debba e si possa fare dello sport in modo professionale. Ho sempre detto come Peter sia sciatore da alta classifica in Coppa. Lo diventerà! Complimenti per l'arguzia nell'aver indossato, all'arrivo, un collarino con la scritta SUDTIROL. Un gesto alla Ghedina che, in queste cose, è stato un maestro! (Ghedo, non fare l'apripista in Gardena...!) Il sorriso di Peter era quello di un fanciullo che sa di averla fatta grossa e si diverte un mondo ...il sorriso di Hermann Maier era quello di un bambino che chiedeva al mondo il permesso di sognare! All'arrivo muove la testa di lato, un paio di volte, ben conscio di aver sciato con l'ispirazione dei giorni di grazia! Si tuffa nella memoria dei ricordi e sta attento a non far troppo rumore per non svegliarsi! Attende la discesa dei suoi amici/avversari con uno sguardo diverso da sempre; nei suoi occhi la vita ripercorre i trionfi, i dolori ,le paure e tutto scorre quasi come il tempo si fosse fermato. Un lungo respiro poi lo sguardo va verso l'orizzonte, sale sulle nuvole dove le anime dei grandi campioni possono ristorarsi! Ancora una volta, grazie Hermann! I numeri (e sono tanti) hanno poco rilievo di fronte all'armonia di un'atmosfera irreale che ha il calore di una bella fiaba da raccontare a Natale. C'è stata magia anche nel rientro di Patrik Jaerbyn, quarant'anni nel prossimo mese di aprile. Dopo il bronzo nella discesa iridata di Are si era infortunato gravemente. In Colorado, grazie all'aiuto della famiglia di sua moglie, ha saputo reagire con il carattere che lo ha sempre sorretto in passato ed è tornato in pista, andando a punti in superg. Bravo Patrik. A proposito di superg, prima della gara canadese, su richiesta dell'Austria, il tracciato è stato reso meno veloce. Già, per fare queste cose però doveva succedere il fattaccio, quello di Kvitfjell! Lo dissi in apertura di telecronaca, ricordate? Hujara alle 7.30 radunò i capi squadra e chiese loro se non ritenessero troppo veloce il tracciato del francese Sorrel. Tutto ok! Poi il dramma di Lanzinger...e i soccorsi...che avevano fatto "acqua" in occasione della discesa perché Silvano Varettoni, caduto, con problemi al ginocchio destro, fu portato a Lillehammer per fare la T.A.C. "Spiacenti, il reparto è già chiuso, Ritornate domani!!! Continua la sfortuna di Mario Scheiber..." da quando mi sono separato, quattro mesi dopo le nozze, non me ne va bene una...Coraggio. Bravi i tecnici della Lange che hanno fatto un gran lavoro sia su Maier sia su Defago .Lo svizzero brillantissimo a Lake Louise è tornato a sorridere. Bravo Sullivan, ha fatto tanto gigante in estate e si è visto. Per Bourque il primo infortunio, legamento crociato anteriore. Che bel gruppo azzurro con Innerhofer, Heel, Eisath e l'esordiente Aronne Pieruz! Si riparte da questi ragazzi trascinati da Fill per pensare in grande. Ravetto ha le idee chiare e Rulfi, con i suoi tecnici, ha lavorato benissimo! La Face du Bellevarde...attende!
(martedì 2 dicembre 2008)