Pozza abbraccia la sua Chicca: la Costazza-night
di Luca Perenzoni
E' festa a Pozza di Fassa. Il nuovo anno inizia nel segno della felicità, dei riflettori accesi, degli applausi scroscianti. L'eco dei botti del Capodanno si è appena spento che a turbare la quiete del paese di metà valle irrompe la gioia dell'intera popolazione, scesa in strada a sfidare i 15 gradi sottozero per celebrare la propria campionessa, Chiara Costazza.
La vittoria di Lienz ha scaldato gli animi dei valligiani, che abbracciano la poliziotta ventitreenne con rinnovato entusiasmo: il vicino di casa diventa tifoso, fan; il bimbo allievo dello sciclub incrociato tante volte al termine di un allenamento diventa il cacciatore di autografi o foto ricordo; il turista al solito svogliato, si fa curioso e chiede, interroga sul come e perchè, sul chi sia questa Chicca.
Ammazza, la Costazza; la scritta campeggia sul balcone di un Hotel del paese, lungo la strada principale, sul percorso che separa Casa Costazza dalla pista Alloch, simbolo di Pozza e seconda casa di Chiara, fin dai primissimi anni di avventure sciistiche, quando iniziava a difendere i colori dello Ski Team Fassa. Ed il candido manto del ripido pendio è vestito a festa, pronto ad ospitare un numero impensato di spettatori che non hanno voluto perdere la cerimonia, l'occasione per rendere onore a questa ragazza della porta accanto, tanto semplice, tanto speciale. Ci sono tutti, a Pozza. C'è mezzo consiglio provinciale, c'è la sindachessa, c'è il "vicino di casa" Cristian Deville, c'è il presidente del Comitato Angelo Dal Pez, i consiglieri nazionali Cigolla e Weissensteiner, c'è persino Gilberto Simoni. E Chiara arriva, preceduta dal suo paese e dalla banda: la carrozza la conduce fin sull'ultima lingua di neve offrendola al primo grande applauso. Una lastra di ghiaccio quasi fa cadere l'eroina di giornata, che raggiunge però il palco di neve per rispondere alle prime domande di Silvano Ploner, regista della serata. Davanti a lei i piccoli allievi dello Ski Team con il presidente di oggi, Giorgio Deluca, e quello di ieri, Alceo Pastore, e i maestri di sci della Valle; confusi nel pubblico i "cugini famosi", Angelo Weiss e Stefano Costazza, volutamente defilati, per godersi a loro volta la festa della loro cuginetta. L'emozione corre sul volto di Chiara, ritrovatasi in una dimensione nuova, fatta di celebrità, di "tutti che ti conoscono", di supporto, tifo ma anche di aspettative. La Costazza dispensa saluti e sorrisi, foto ed autografi; riceve targhe e fiori e l'abbraccio diventa ancora più stretto quando sul maxischermo scorrono le immagini di Lienz, le scene della prima vittoria della fassana. Le telecamere immortalano la serata, Chiara sembra quasi nervosa, non è abituata a questo tam tam, ma non si tira indietro: la timidezza, anzi, la riservatezza e la semplicità fanno parte del suo carattere, umile e convinto, testardo e tenace il giusto, ma generoso fin quanto si può. La nuova realtà quasi la disorienta, in fondo deve ancora metabolizzare completamente quanto successo.
Quando si spengono i riflettori c'è ancora il tempo per la suggestiva discesa della fiaccolata dei maestri di sci, prima dei saluti, prima della cena.
Eccola lì, Chiara, seduta vicino a papà Ettore e mamma Mariagrazia e ai tre fratelli. I genitori la coccolano con lo sguardo, gli occhi sono lucidi, tradiscono l'emozione per l'impresa della figlia: una famiglia unita da vincoli profondi e principi puliti, in cui i traguardi si raggiungono con i sacrifici e con il lavoro, dando sempre e comunque il massimo, se non altro per avere la coscienza a posto. Ed il massimo di sè lo da sempre anche la Costazza; in pista e fuori, quando c'è da scegliere come investire i soldi guadagnati, per guardare al futuro, con i piedi per terra. Più Chiara di così...
Arriva mezzanotte, la cena è quasi conclusa. Domani l'attendono 10 ore di viaggio; per ricominciare a sciare, puntando a vincere.
(mercoledì 2 gennaio 2008)
La vittoria di Lienz ha scaldato gli animi dei valligiani, che abbracciano la poliziotta ventitreenne con rinnovato entusiasmo: il vicino di casa diventa tifoso, fan; il bimbo allievo dello sciclub incrociato tante volte al termine di un allenamento diventa il cacciatore di autografi o foto ricordo; il turista al solito svogliato, si fa curioso e chiede, interroga sul come e perchè, sul chi sia questa Chicca.
Ammazza, la Costazza; la scritta campeggia sul balcone di un Hotel del paese, lungo la strada principale, sul percorso che separa Casa Costazza dalla pista Alloch, simbolo di Pozza e seconda casa di Chiara, fin dai primissimi anni di avventure sciistiche, quando iniziava a difendere i colori dello Ski Team Fassa. Ed il candido manto del ripido pendio è vestito a festa, pronto ad ospitare un numero impensato di spettatori che non hanno voluto perdere la cerimonia, l'occasione per rendere onore a questa ragazza della porta accanto, tanto semplice, tanto speciale. Ci sono tutti, a Pozza. C'è mezzo consiglio provinciale, c'è la sindachessa, c'è il "vicino di casa" Cristian Deville, c'è il presidente del Comitato Angelo Dal Pez, i consiglieri nazionali Cigolla e Weissensteiner, c'è persino Gilberto Simoni. E Chiara arriva, preceduta dal suo paese e dalla banda: la carrozza la conduce fin sull'ultima lingua di neve offrendola al primo grande applauso. Una lastra di ghiaccio quasi fa cadere l'eroina di giornata, che raggiunge però il palco di neve per rispondere alle prime domande di Silvano Ploner, regista della serata. Davanti a lei i piccoli allievi dello Ski Team con il presidente di oggi, Giorgio Deluca, e quello di ieri, Alceo Pastore, e i maestri di sci della Valle; confusi nel pubblico i "cugini famosi", Angelo Weiss e Stefano Costazza, volutamente defilati, per godersi a loro volta la festa della loro cuginetta. L'emozione corre sul volto di Chiara, ritrovatasi in una dimensione nuova, fatta di celebrità, di "tutti che ti conoscono", di supporto, tifo ma anche di aspettative. La Costazza dispensa saluti e sorrisi, foto ed autografi; riceve targhe e fiori e l'abbraccio diventa ancora più stretto quando sul maxischermo scorrono le immagini di Lienz, le scene della prima vittoria della fassana. Le telecamere immortalano la serata, Chiara sembra quasi nervosa, non è abituata a questo tam tam, ma non si tira indietro: la timidezza, anzi, la riservatezza e la semplicità fanno parte del suo carattere, umile e convinto, testardo e tenace il giusto, ma generoso fin quanto si può. La nuova realtà quasi la disorienta, in fondo deve ancora metabolizzare completamente quanto successo.
Quando si spengono i riflettori c'è ancora il tempo per la suggestiva discesa della fiaccolata dei maestri di sci, prima dei saluti, prima della cena.
Eccola lì, Chiara, seduta vicino a papà Ettore e mamma Mariagrazia e ai tre fratelli. I genitori la coccolano con lo sguardo, gli occhi sono lucidi, tradiscono l'emozione per l'impresa della figlia: una famiglia unita da vincoli profondi e principi puliti, in cui i traguardi si raggiungono con i sacrifici e con il lavoro, dando sempre e comunque il massimo, se non altro per avere la coscienza a posto. Ed il massimo di sè lo da sempre anche la Costazza; in pista e fuori, quando c'è da scegliere come investire i soldi guadagnati, per guardare al futuro, con i piedi per terra. Più Chiara di così...
Arriva mezzanotte, la cena è quasi conclusa. Domani l'attendono 10 ore di viaggio; per ricominciare a sciare, puntando a vincere.
(mercoledì 2 gennaio 2008)