Bergamelli: tre lustri in Azzurro - prima parte
1991-2007. Sedici anni. In questo lasso di tempo lo sci alpino ha subito sostanziali mutazioni tecniche, regolamentari, umane. Personaggi del calibro di Girardelli, Tomba, Maier, Raich, Aamodt e Kjus si sono avvicendati dandosi battaglia sui tracciati di gara, ma un solo nome è sempre stato presente nelle liste di Coppa del Mondo: Bergamelli.
La saga della famiglia di Trescore Balneario, piccolo borgo della bergamasca, inizia col maggiore dei quattro fratelli, Sergio. Classe 1970, nato come gigantista, terminò la carriera nel 2001 tra i rapid gates vivendo una sorta di seconda giovinezza con l’avvento degli odierni materiali. Dopo i successi giovanili culminati con un argento in superg ed un oro in slalom ai mondiali di categoria negli anni 1988 e 1989, con l’inizio del decennio successivo vestì il tutino della nazionale maggiore. Indimenticabile e indelebile rimane la sua unica e strepitosa vittoria del gennaio 1992 sui ripidi e ghiacciati pendii di Kranjska Gora. Fu capace di rifilare ai santoni del gigante distacchi d’altri tempi: 2.22 all’elvetico Pieren, 2.76 all’Albertone nazionale, 3.12 ad un “certo” Mike Von Gruenigen. Questa prestazione, accompagnata da altri ottimi e costanti piazzamenti, gli valse la convocazione per le Olimpiadi dello stesso anno tenutesi ad Albertville, dove purtroppo non riuscì ad esprimere al meglio le sue potenzialità. L’avvenimento a 5 cerchi lo vide di nuovo al cancelletto di partenza nel 1998, sulle nevi giapponesi di Nagano, dove concluse il gigante al 16° posto.
Non prese parte alla rassegna olimpica di Lillehammer ‘94, dove però si fece notare il secondogenito della “banda” Bergamelli: Norman, inatteso ed ottimo 6° tra le porte larghe del tracciato di Hafjell, a soli 54 centesimi dal bronzo dell’aquilotto Christian Mayer. Purtroppo la carriera del “Nanni” è stata costellata da numerosi infortuni che hanno limitato la resa di un atleta capace di vincere un argento ai mondiali juniores del ‘90 in superg. E’ stato per tre stagioni in nazionale A. Dopo un anno e mezzo di stop forzato, nel gennaio 1997 torna nel circuito FIS, ma ad aprile decide di appendere gli sci al chiodo nonostante fosse soltanto ventiseienne. Rimase tuttavia nell’ambiente F.I.S.I. nei panni di allenatore federale, esperienza terminata nel 2005/2006. La dinastia orobica ha però in serbo altre due gemme: Tomas e Giancarlo.
Il primo, nato nel 1973, esordì nel circuito mondiale in quel di Lech (Aut) a dicembre ’94 e terminò la sua esperienza ai massimi livelli a gennaio 2000 nello slalom di Chamonix (Fra). La sorte non gli riservò molte soddisfazioni, i migliori risultati nel Circus sono stati due ventesimi posti in slalom gigante. Ha continuato a gareggiare nelle discipline tecniche dividendosi tra FIS e Coppa Europa fino al 2004, anno nel quale ha deciso di cambiare disciplina e cimentarsi nella FIS Carving Cup, di cui è uno degli interpreti di maggior caratura. Infatti finora ha colto due successi, una piazza d’onore in classifica generale ed un titolo italiano.
di Paolo Ferrari
(martedì 29 maggio 2007)
La saga della famiglia di Trescore Balneario, piccolo borgo della bergamasca, inizia col maggiore dei quattro fratelli, Sergio. Classe 1970, nato come gigantista, terminò la carriera nel 2001 tra i rapid gates vivendo una sorta di seconda giovinezza con l’avvento degli odierni materiali. Dopo i successi giovanili culminati con un argento in superg ed un oro in slalom ai mondiali di categoria negli anni 1988 e 1989, con l’inizio del decennio successivo vestì il tutino della nazionale maggiore. Indimenticabile e indelebile rimane la sua unica e strepitosa vittoria del gennaio 1992 sui ripidi e ghiacciati pendii di Kranjska Gora. Fu capace di rifilare ai santoni del gigante distacchi d’altri tempi: 2.22 all’elvetico Pieren, 2.76 all’Albertone nazionale, 3.12 ad un “certo” Mike Von Gruenigen. Questa prestazione, accompagnata da altri ottimi e costanti piazzamenti, gli valse la convocazione per le Olimpiadi dello stesso anno tenutesi ad Albertville, dove purtroppo non riuscì ad esprimere al meglio le sue potenzialità. L’avvenimento a 5 cerchi lo vide di nuovo al cancelletto di partenza nel 1998, sulle nevi giapponesi di Nagano, dove concluse il gigante al 16° posto.
Non prese parte alla rassegna olimpica di Lillehammer ‘94, dove però si fece notare il secondogenito della “banda” Bergamelli: Norman, inatteso ed ottimo 6° tra le porte larghe del tracciato di Hafjell, a soli 54 centesimi dal bronzo dell’aquilotto Christian Mayer. Purtroppo la carriera del “Nanni” è stata costellata da numerosi infortuni che hanno limitato la resa di un atleta capace di vincere un argento ai mondiali juniores del ‘90 in superg. E’ stato per tre stagioni in nazionale A. Dopo un anno e mezzo di stop forzato, nel gennaio 1997 torna nel circuito FIS, ma ad aprile decide di appendere gli sci al chiodo nonostante fosse soltanto ventiseienne. Rimase tuttavia nell’ambiente F.I.S.I. nei panni di allenatore federale, esperienza terminata nel 2005/2006. La dinastia orobica ha però in serbo altre due gemme: Tomas e Giancarlo.
Il primo, nato nel 1973, esordì nel circuito mondiale in quel di Lech (Aut) a dicembre ’94 e terminò la sua esperienza ai massimi livelli a gennaio 2000 nello slalom di Chamonix (Fra). La sorte non gli riservò molte soddisfazioni, i migliori risultati nel Circus sono stati due ventesimi posti in slalom gigante. Ha continuato a gareggiare nelle discipline tecniche dividendosi tra FIS e Coppa Europa fino al 2004, anno nel quale ha deciso di cambiare disciplina e cimentarsi nella FIS Carving Cup, di cui è uno degli interpreti di maggior caratura. Infatti finora ha colto due successi, una piazza d’onore in classifica generale ed un titolo italiano.
di Paolo Ferrari
(martedì 29 maggio 2007)