Oro ceko, Sarka Zahrobska beffa Marlies Schild
di Luca Perenzoni
In combinata aveva dato le prime avvisaglie fermandosi ai piedi del podio alle spalle di Marlies Schild. In gigante aveva confermato di attraversare un ottimo stato di forma prima di cedere nella seconda manche. Oggi è diventata campionessa del mondo, la prima volta per un atleta della Repubblica Ceca. Viene dalla Boemia settentrionale la nuova medaglia d'oro dello slalom femminile, e risponde al nome di Sarka Zahrobska, ragazzona di nemmeno ventidue anni cresciuta sui pendii di Krkonose, letteralmente "Il Monte dei Giganti". Ma il gigante, oggi, è stata lei. Gigante per aver saputo segnare il miglior tempo sin dalla prima manche, gigante per aver saputo resistere alla pressione di un ruolo cui non era ancora abituata, cancellando anche le residue ombre maturate dopo il cedimento patito nel gigante di martedì quando era in corsa per una medaglia pesante. Gigante a mettere la freccia per superare Marlies Schild, leader indiscussa dello slalom stagionale ma quasi frenata dal timore di vedere svanire per un banalissimo errore l'oro più annunciato della stagione. Tanto annunciato che, alla fine, non è arrivato. Sa un po' di amaro, l'argento, nella bocca di Marlies: abituata a sommergere di distacco le avversarie in tutte le precedenti uscite, la ragazza di Saafelden non è riuscita a mettersi al collo l'oro che sicuramente meritava più di chiunque altra. Ma il Mondiale non perdona ed allo stesso tempo sa regalare momenti indimenticabili: ne sa qualcosa la stessa Zahrobska, balzata sul primo podio che conta due anni or sono a Santa Caterina con un bronzo (quello sì) a sorpresa per riuscire nel giro di due anni a scalare gli ultimi due gradini che la separavano dall'Olimpo degli sci. Colpire in due occasioni simili non è da tutti; ma d'altronde non tutti sono nati tra i Monti dei Giganti. E di giganti non ci sono solo Sarka e Marlies; c'è anche una monumentale Anja Paerson, impressionante ancor più che nelle discipline veloci per quanto è riuscito a fare: si mette al collo "solo" un bronzo, ma la sua capacità di rigenerarsi anche tra i paletti stretti è stata a dir poco impensabile. E a far le spese di un simile ritorno di sua maestà Paerson è la gracile Ana Jelusic, istriana dalle origini italiche e dal carattere gioviale, capace per alcuni istanti di donare un sussulto allo stomaco del popolo croato che già rivedeva sventolare la bandiera biancorossa di Zagabria sul podio dello slalom iridato che portava il nome di Janica Kostelic. Ma la Jelusic è da novembre che sorprende con puntualità e un po' dispiace vederla ai piedi del podio; come dispiace aver visto troppo presto fuori gara la nostra Chiara Costazza: un gravissimo errore in una curva verso sinistra l'ha messa fuori gioco già nella prima manche. In serata la fassana ha provato a spingere, senza però trovare lo spunto giusto per chiudere la seconda frazione; peccato, probabilmente, sicuramente, meritava di più. E così la migliore delle azzurre è stata Nicole Gius, dodicesima a ricalcare il piazzamento maturato a metà gara; senza dubbio la miglior gara stagionale tra i rapid gates per la piccolina dello Stelvio e solo questo è un elemento che fa piacere: Nicole sta risalendo la china ed un buon piazzamento farà bene anche al morale. Meno bene dal punto di vista della classifica Manuela Moelgg (20ima) che però merita sperticati applausi per aver saputo stringere i denti nonostante i persistenti dolori alla schiena; ora il testimone, in tutti i sensi, passa al fratellone: speriamo che prima o poi la dea bendata decida di volgere il suo sguardo cieco anche dalle parti di San Vigilio di Marebbe. Uscita invece nel corso della prima manche Annalisa Ceresa.
(venerdì 16 febbraio 2007)
(venerdì 16 febbraio 2007)