Gigante d'oro per Miller, l'eroe di St. Moritz
(St. Moritz, Sui). Bode Miller, dopo la medaglia d’argento ex-equo con Herminator nel super-g e l’oro in combinata, centra un altro fantastico successo: vince la medaglia d’oro anche in gigante, laureandosi il campione, l’eroe di questi Mondiali. Due ori ed un argento per il venticinquenne del New Hampschire, con ancora lo slalom speciale da disputare, e di conseguenza un’altra medaglia da stringersi al collo. Lo stravagante statunitense, termina la prima manches al quarto posto, ma è nella seconda prova che dimostra di interpretare la gara nel modo più intelligente. La seconda manche si presenta con una tracciatura più chiusa, più angolata. Se al fatto che era necessario “girare” di più, si aggiunge che la Engiadina non presentava pendenze eccessive e neve non ghiacciata, bisognava in tutti i modi limitare gli errori. Guai a icidere troppo gli spigoli sulla neve: “mollare” gli sci, “farli scorrere” evitando ogni inutile attrito, ecco la giusta interpretazione. D’altronde, queste porte così vicine, facevano mancare lo spazio per distendere la manovra. Chi al pari di Bode, ha capito come bisognava affrontare il gigante di oggi, è stato un altro americano: Erik Schlopy, trentenne dello Utah, è autore di una rimonta impressionante (risale ben venti posizioni) e acciuffa una meritata medaglia di bronzo. Argento per il vecchio volpone Hans Knauss, vincitore nell’ultimo gigante di coppa ad Adelboden, che dopo aver concluso in testa la prima manche, deve soccombere all’ “hippy delle nevi” per soli quattro centesimi. La seconda manche, ha visto alcuni atleti compiere rimonte considerevoli: il giovane sloveno Ales Gorza terminerà con un fantastico 4° tempo finale e il finlandese Kalle Palander, pregustandosi una medaglia nello slalom di domenica, risale al 6° posto. Tra loro, 5°, il norvegese Svindal. Tradiscono le aspettative Benny Raich, che butta via la seconda piazza della prima manche con una dissennata seconda prova, e in modo particolare Stephan Eberharter e Michael Von Grunigen. Steff soffre di gra lunga quelle “maglie” strette della seconda prova: è difficile per un marcantonio così potente, sprigionare la sua forza esplosiva fra questi angoli così chiusi. Miki, al suo ultimo mondiale, non dovrebbe soffrire tale tracciatura, ma dopo il terzo posto iniziale, scarabocchia sul tracciato e termina con un deludente 7° posto. Gli azzurri? Una altra giornata senza medaglie, in un campionato del mondo, che se non vede una brusca sterzata nelle ultime tre gare (slalom uomini e slalom/ gigante donne), potrebbe essere davvero grigio. Massimiliano Blardone, l’atleta più in palla della giovane squadra di Falvio Roda, scivola via dopo soli venti secondi di gara. Una disdetta per il campioncino ossolano, oggi col morale sotto i tacchi. Davide Simoncelli non porta a termine la seconda prova, ed Arnold Rieder conclude 15°. L’analisi di Rieder al parterre, fotografa nei migliore dei modi la gara degli azzurri, nonostante un italiano parlato a stento. L’altoatesino, dice infatti, che la squadra tecnicamente ha sciato bene, ma è mancata nel far correre gli sci su questa neve così facile. Chi risolleva le sorti di Casa Italia, è il ventunenne Alberto Schieppati: termina nei primi dieci, miglior risultato in carriera per il ragazzo nato a Milano, ma residente a Courmayeur. “Schiep” risale dalla 14° all’ 8° posizione nella seconda manche, e finisce a soli 11 centesimi dal mito Von Grunigen. Lo vediamo sorridente e compiaciuto al traguardo. Nonostante che l'Italia sia ancora a secco in quanto a medaglie, i ragazzi del gigante sciano bene, sono giovani, ed hanno comunque altre competizioni iridate ed Olimpiadi per rifarsi. Gli aspettiamo dopo le belle gare in coppa, nei prossimi impegni..
(mercoledì 12 febbraio 2003)
(mercoledì 12 febbraio 2003)