Raich e Dorfmeister padroni dell'Olimpo alpino
di Luca Perenzoni
L'Olimpiade è finita e come sempre capita è arrivata l'ora dei bilanci. Bilancio che non può non partire dai due principali protagonisti dei Giochi piemontesi: Benni Raich e Michaela Dorfmeister. Ma se il ragazzo della Piztal era investito del ruolo di protagonista annunciato, la ragazzona del Niederoesterreich ha saputo salire sul trono lasciato vacante da Paerson e Kostelic. Due ori storici per la trentatreenne austriaca, mai nessuna prima d'ora era riuscita a centrare la doppietta in super-g e discesa. Inutile dire che per lei sia la definitiva consacrazione (non che ce ne fosse bisogno) di una lunga carriera ad altissimi livelli in cui mancava proprio l'alloro a cinque cerchi. All'appuntamento finale della carriera la Dorfi è riuscita a rimediare alla mancanza ed ora potra affrontare gli ultimi suoi impegni agonistici con la tranquillità di una coppa di discesa già in cassaforte.
Doppio alloro anche per Benni Raich, che dopo i fasti di Tomba torna a completare la doppietta nelle specialità tecniche. A posteriori si potrebbe notare che con un briciolo di attenzione in più il campione austriaco avrebbe potuto fare tris con l'oro della combinata in cui a metà gara era ancora il maggior favorito: detta così sembra solo un piccolo particolare, ma prima degli appuntamenti importanti, la mancata medaglia poteva pesare come un macigno sulle spalle di Raich. Così non è stato e il wunderteam esce da dominatore della parentesi olimpica stagionale. A questi quattro ori vanno infatti sommate le doppiette di Marlies Schild (argento e bronzo in combinata e slalom), Hermann Maier (stesse medaglie in superg e gigante) e Rainer Schönfelder (doppio bronzo in slalom e combinata) più i singoli acuti di Meissnitzer, Herbst e Walchofer per un totale di 13 medaglie: dominio atteso ma capace di approfittare appieno della debacle degli Stati Uniti, salvati dai due ori estemporanei e inattesi di Ligety e della Mancuso che hanno coperto le negative prove dei due boss Daron Rahlves e Bode Miller, appartsi scarichi e lontani anni luce dalla loro migliore forma. Sorridono, e molto, Svizzera e Francia. Entrambe si erano presentate ai giochi con ben poche certezze e qualche speranza che si è prontamente materializzata in un bottino decisamente positivo: un oro e un argento per i transalpini e un argento accompagnato da due bronzi per gli elvetici. Il resto delle medaglie se le sono spartite i Kostelic e gli scandnavi: quattro alla Svezia, una alla Poutiainen e una al sempre più mitico Aamodt, capace di conquistare il terzo oro in superg nelle ultime quattro edizioni dei giochi. Rinvio a data da destinarsi per l'annunciata sfida sulle cinque discipline tra Paerson e Kostelic: il computo delle medaglia premia la svedese (1 oro e 2 bronzi contro 1 oro e 1 argento) ma entrambe per diversi motivi non sono riuscite a primeggiare come dimostrato in Coppa. Sono poco più che ventenni e, malanni permettendo, avranno altre occasioni per trasformarsi in cannibale, anche se fa quasi impressione usare questi termini per commentare la prova di una ragazzona che torna a Tarnaby con 3 medaglie olimpiche al collo. Probabilmente ci avevano abituato troppo bene.
Resta l'Italia. I pronostici della vigilia potevano concedere agli azzurri due, forse tre medaglie. Pronostici inattesi nel modo che tutti conosciamo, a volte a causa di imprevisti, altre per difetto di preparazione o di fortuna. Fatto sta che il miglior risultato è il quinto posto di Rocca in combinata. Miglior risultato numerico, perchè dal punto di vista tecnico rivestono maggior importanza le prove di Costazza, Fanchini, Recchia e Staudacher che, seppur lontani dalle medaglie, hanno sciato sui loro livelli migliori, dando il tutto per tutto. Quello che tutti dovrebbero fare in un simile appuntamento.
(lunedì 27 febbraio 2006)
Doppio alloro anche per Benni Raich, che dopo i fasti di Tomba torna a completare la doppietta nelle specialità tecniche. A posteriori si potrebbe notare che con un briciolo di attenzione in più il campione austriaco avrebbe potuto fare tris con l'oro della combinata in cui a metà gara era ancora il maggior favorito: detta così sembra solo un piccolo particolare, ma prima degli appuntamenti importanti, la mancata medaglia poteva pesare come un macigno sulle spalle di Raich. Così non è stato e il wunderteam esce da dominatore della parentesi olimpica stagionale. A questi quattro ori vanno infatti sommate le doppiette di Marlies Schild (argento e bronzo in combinata e slalom), Hermann Maier (stesse medaglie in superg e gigante) e Rainer Schönfelder (doppio bronzo in slalom e combinata) più i singoli acuti di Meissnitzer, Herbst e Walchofer per un totale di 13 medaglie: dominio atteso ma capace di approfittare appieno della debacle degli Stati Uniti, salvati dai due ori estemporanei e inattesi di Ligety e della Mancuso che hanno coperto le negative prove dei due boss Daron Rahlves e Bode Miller, appartsi scarichi e lontani anni luce dalla loro migliore forma. Sorridono, e molto, Svizzera e Francia. Entrambe si erano presentate ai giochi con ben poche certezze e qualche speranza che si è prontamente materializzata in un bottino decisamente positivo: un oro e un argento per i transalpini e un argento accompagnato da due bronzi per gli elvetici. Il resto delle medaglie se le sono spartite i Kostelic e gli scandnavi: quattro alla Svezia, una alla Poutiainen e una al sempre più mitico Aamodt, capace di conquistare il terzo oro in superg nelle ultime quattro edizioni dei giochi. Rinvio a data da destinarsi per l'annunciata sfida sulle cinque discipline tra Paerson e Kostelic: il computo delle medaglia premia la svedese (1 oro e 2 bronzi contro 1 oro e 1 argento) ma entrambe per diversi motivi non sono riuscite a primeggiare come dimostrato in Coppa. Sono poco più che ventenni e, malanni permettendo, avranno altre occasioni per trasformarsi in cannibale, anche se fa quasi impressione usare questi termini per commentare la prova di una ragazzona che torna a Tarnaby con 3 medaglie olimpiche al collo. Probabilmente ci avevano abituato troppo bene.
Resta l'Italia. I pronostici della vigilia potevano concedere agli azzurri due, forse tre medaglie. Pronostici inattesi nel modo che tutti conosciamo, a volte a causa di imprevisti, altre per difetto di preparazione o di fortuna. Fatto sta che il miglior risultato è il quinto posto di Rocca in combinata. Miglior risultato numerico, perchè dal punto di vista tecnico rivestono maggior importanza le prove di Costazza, Fanchini, Recchia e Staudacher che, seppur lontani dalle medaglie, hanno sciato sui loro livelli migliori, dando il tutto per tutto. Quello che tutti dovrebbero fare in un simile appuntamento.
(lunedì 27 febbraio 2006)