TdG - Ranking FIS istruzioni per l’uso
Nemmeno due settimane fa ho espresso una posizione molto critica sul ‘sistema Coppa Europa’, esprimendo alcuni concetti e tacendone altri.
Adesso colmo la lacuna, riparo all’omissione.
Il problema, come accennavo, non è solo la Coppa Europa, ma il sistema nel suo complesso.
I circuiti continentali, tutti, così come sono non funzionano: chi può permettersi di girare il mondo fa i punti (o ha chance di farne), sfruttando gare più facili e con atleti (locali) che mediamente NON valgono il punteggio FIS che possono vantare.
Si vedano i risultati dei giapponesi, degli americani, dei russi quando si misurano in gare di WC o di Coppa Europa.
Non sto dicendo che questi atleti sono ‘scarsi’. Sto dicendo, invece, che il loro reale valore corrisponde a quello di atleti ‘europei’ con 5/10 punti in più (con l’esclusione ovvia degli atleti europei che fanno i punti in giro per il mondo).
Girare il mondo facendo gare è bello, ma costoso. E il costo è una variabile decisamente discriminatoria.
Già lo sci, tendenzialmente, è sport costoso, e lo sappiamo. Ma che, addirittura, spendendo si abbiano vantaggi concretissimi...ecco, questo non è più tollerabile.
La cura?
Semplice e drastica: togliere questo vantaggio, equiparando il punteggio gara di TUTTE le gare FIS (esclusa la WC).
Le regole FIS per l’accesso alle gare di WC oggi tolgono spazio di libertà alle singole nazioni, che devono fare i conti con le classifiche FIS, e c’è una corsa a due step: essere nei primi 150 al mondo di specialità, essere nei primi 80 al mondo di specialità.
E le classifiche risentono pesantemente del sistema attuale: ci sono atleti nei primi 150 al mondo che non valgono la loro posizione, ed atleti fuori dai primi 150 al mondo che meriterebbero di esserci.
Ed anche tra i primi 80, o a ridosso, c’è qualche ‘pesce scappato dalla rete’...
Purtroppo è così, e le classifiche di gare ‘vere’ sono lì a dimostrarlo.
Tolta la convenienza in termini di penalità gara, resterebbe solo la penalità in termini di atleti partecipanti (lo ripetiamo: WC esclusa).
Le logiche conseguenza sarebbero un ranking FIS giusto (cioè che rispecchia i reali valori degli atleti) e un accesso in WC più immediato e a vantaggio degli atleti che lo meritano (oggi, invece, pesantemente ritardato, le eccezioni da sole non fanno statistica).
Se si continua così, se non si cambia strada, è solo per interessi economici: il ‘ritorno’ turistico delle località e organizzazioni (che sono soldi e stipendi)
Chi scrive non è un ingenuo e sa che il denaro muove le cose, le modella, le crea, ma crede che sarebbe possibile conciliare gli interessi economici con un sistema più equo e più sportivo.
La promozione delle località, per es, può passare per altre forme di ‘comunicazione’, come già in parte avviene.
E le professionalità, anche buone, oggi impegnate nei circuiti continentali, potrebbero occuparsi di altro.
Le idee, se c’è la volontà di cambiare, si trovano, nulla è destinato a rimanere uguale per sempre.
(mercoledì 29 gennaio 2020)