La Coppa del Gobbo - Credere in sé stessi
La fiducia è come un punto di ancoraggio che riteniamo di possedere in modo molto forte. Spesso però la si può perdere perchè ragioni, che non sappiamo o non vogliamo approfondire, ci dimostrano come non si possa più avere la stessa stima con la realtà!
E' un incipit un po' particolare ma questa volta desidero parlare un po' della "fiducia", di questo stato d'animo che cammina accanto a noi e accompagna il ritmo della nostra esistenza e che spesso nel contesto sportivo determina la scansione dei risultati.
Tutti noi eravamo certi di come la stagione sarebbe stata prodiga di affermazioni per la squadra maschile degli slalomisti. Nella scorsa coppa del mondo si era vinta una sola gara ma per nove volte su undici Deville, Gross e compagni erano saliti sul podio dimostrando di essere in costante crescita, un autentico punto di riferimento per gli avversari. Il tecnico francese Jacques Theolier, nelle sue analisi sempre molto lucide, pur ricordando come non ci si debba mai dimenticare degli avversari, ribadiva ogni volta la qualità e l'accresciuto temperamento agonistico degli italiani.
Nella prima gara di Levi davamo quasi per scontato il podio per Deville e Gross ma abbiamo celebrato con uguale soddisfazione il quarto posto di Manfred Moelgg ed il quinto di Patrick Thaler. Si concretizzava proprio quella auspicata intercambiabilità ai vertici a dimostrare quanto la squadra azzurra fosse forte e ben amalgamata. D'altronde in estate Deville e Gross erano sempre stati i più veloci in allenamento ed era piacevole vedere gli altri in recupero, compreso Giuliano Razzoli che nella gara finlandese risaliva alla grande nella seconda manche.
Da quei giorni di novembre sono seguite le gare di Val d'Isère, Campiglio,Zagabria, Adelboden,Wengen e Kitzbuehel oltre all'eufemistico parallelo di Monaco: un solo podio, il terzo posto di Manfred Moelgg ad Adelboden. Si poteva fare di più, si poteva vincere anche qualche gara? Risposta difficile, anzi...impossibile! Il bilancio per Moelgg, slalom di Kitz a parte, è quanto mai positivo e si nota, dal suo atteggiamento in gara, quanto sia aumentata l'autostima e quanto essa sia diventata (sin dal lavoro estivo) una componente fondamentale della sua rinascita tecnica.
Stefano Gross, 4/o a Zagabria, 5/o a Wengen e primo nella prima manche di Kitzbuehel. Per lui il fatto di aver mancato certi risultati può avere ragioni diverse e complementari, in fondo è in coppa del mondo solo da tre anni e nel 2010 aveva iniziato con il n.49 di pettorale! Quindi un po' di inesperienza condita con quel legittimo ardore giovanile che ti porta a sottovalutare i particolari essenziali...magari la voglia di strafare...anche solo per dimostrare a te stesso che ce la puoi fare, oppure quel sano sentimento che è la paura! Però il primo sottogruppo è svanito, che guaio scendere a Schladming con il 15!
Cristian Deville ha lavorato come non mai in estate ma non è riuscito a trasformare tutto questa enorme mole di impegno e sacrifici in ciò che desiderava! L'anno scorso una vittoria, tre podi. E' vero, era saltato quattro volte, come in questa stagione, purtroppo! Sono molto grato a Claudio Ravetto per aver inserito Deville nella squadra azzurra che va ai mondiali. Cristian ha il morale a terra, non so quanti ancoraggi abbia ancora dentro di sè, ma non portarlo sarebbe stato un colpo pesante.
Continua con Patrick Thaler e Giuliano Razzoli
(martedì 29 gennaio 2013)