Defago sul trono di Whistler; lontani gli azzurri
VANCOUVER 2010
Ventidue anni dopo la Svizzera riporta a casa l'oro della discesa maschile. L'impresa riesce al minore dei favoriti in casa elevetica, quel Didier Defago troppo snobbato, rispetto al suo gemello Didier Cuche o al giovane emergente Carlo Janka. Defago sulla pista "Dave Murray" di Creekside a Whistler riporta a casa un oro in discesa che mancava dall'edizione '88 di Calgary - firmata Pirmin Zurbriggen - e guarda caso ancora su neve canadese: corsi e ricorsi storici. Lo svizzero precede Aksel Lund Svindal - alla sua prima medaglia olimpica - e quel Bode Miller, rientrato dopo una sorta di mezzo ritiro annunciato a fine stagione scorsa, ma in grado di dire ancora la sua nonostante una preparazione estiva non certo adeguata. Tutti racchiusi in soli nove centesimi: una gara emozionante, dando così ragione a Guenther Hujara che, alla vigilia di questa prima gara dello sci alpino, pronosticava una competizione degna di una gara olimpica. Certo, bisogna anche fare i complimenti agli organizzatori per un tracciato preparato ottimamente, nonostante le temperature miti e la pioggia dei giorni scorsi. Tutti oggi hanno avuto la loro occasione con le migliori condizioni di pista e di tempo, compreso quel sole spuntato fuori quando scendevano i migliori sette. C'è però chi mastica amaro in questa giornata. Oltre al grande favorito Didier Cuche, solo sesto e incredulo al traguardo dopo aver lottato per l'oro fino a tre quarti di gara sul filo dei centesimi con il compagno Defago, anche il Wunderteam austriaco. Il favorito Michael Walchhofer finisce decimo, preceduto di una posizione da Klaus Kroell e da Mario Scheiber, che per dodici centesimi rimane fuori dal podio. I padroni di casa del Canada, nonostante i ripetuti allenamenti estivi sul tracciato di gara - unico team ad aver avuto questa possibilità - ottengono un quinto posto con Erik Guay, poco consolatorio. Determinante nel gioco per le medaglie il tratto finale dove la neve, forse leggermente più soffice, ha fatto la differenza. Ne sanno qualcosa anche gli azzurri, tutti fuori dai top10. Il migliore, rispettando anche un pò le gerarchie interne, è stato Werner Heel. Il finanziere della Val Passiria nonostante una gara tecnicamente bella, non ha osato quel tanto per poter cogliere quella medaglia che forse meritava dopo una stagione di coppa più che postitiva. Buona, invece, la prova di Peter Fill - quindicesimo - che paga la sola gara in stagione (Wengen) sulle gambe. Troppo poco per chiedere il miracolo al carabiniere di Castelrotto. Chi invece oggi il miracolo lo stava compiendo è Christof Innerhofer, per tre quarti di gara con i migliori intermedi. Poi, improvvisamente, il buio è calato ed il pusterese è finito lontanissimo (18/o). Incolore, infine, la prova di Patrick Staudacher (35/o). Domani uomini ancora in pista con la Super combinata: ore 19 (ora italiana) discesa libera e ore 22.30 manche di slalom.
(lunedì 15 febbraio 2010)
Ventidue anni dopo la Svizzera riporta a casa l'oro della discesa maschile. L'impresa riesce al minore dei favoriti in casa elevetica, quel Didier Defago troppo snobbato, rispetto al suo gemello Didier Cuche o al giovane emergente Carlo Janka. Defago sulla pista "Dave Murray" di Creekside a Whistler riporta a casa un oro in discesa che mancava dall'edizione '88 di Calgary - firmata Pirmin Zurbriggen - e guarda caso ancora su neve canadese: corsi e ricorsi storici. Lo svizzero precede Aksel Lund Svindal - alla sua prima medaglia olimpica - e quel Bode Miller, rientrato dopo una sorta di mezzo ritiro annunciato a fine stagione scorsa, ma in grado di dire ancora la sua nonostante una preparazione estiva non certo adeguata. Tutti racchiusi in soli nove centesimi: una gara emozionante, dando così ragione a Guenther Hujara che, alla vigilia di questa prima gara dello sci alpino, pronosticava una competizione degna di una gara olimpica. Certo, bisogna anche fare i complimenti agli organizzatori per un tracciato preparato ottimamente, nonostante le temperature miti e la pioggia dei giorni scorsi. Tutti oggi hanno avuto la loro occasione con le migliori condizioni di pista e di tempo, compreso quel sole spuntato fuori quando scendevano i migliori sette. C'è però chi mastica amaro in questa giornata. Oltre al grande favorito Didier Cuche, solo sesto e incredulo al traguardo dopo aver lottato per l'oro fino a tre quarti di gara sul filo dei centesimi con il compagno Defago, anche il Wunderteam austriaco. Il favorito Michael Walchhofer finisce decimo, preceduto di una posizione da Klaus Kroell e da Mario Scheiber, che per dodici centesimi rimane fuori dal podio. I padroni di casa del Canada, nonostante i ripetuti allenamenti estivi sul tracciato di gara - unico team ad aver avuto questa possibilità - ottengono un quinto posto con Erik Guay, poco consolatorio. Determinante nel gioco per le medaglie il tratto finale dove la neve, forse leggermente più soffice, ha fatto la differenza. Ne sanno qualcosa anche gli azzurri, tutti fuori dai top10. Il migliore, rispettando anche un pò le gerarchie interne, è stato Werner Heel. Il finanziere della Val Passiria nonostante una gara tecnicamente bella, non ha osato quel tanto per poter cogliere quella medaglia che forse meritava dopo una stagione di coppa più che postitiva. Buona, invece, la prova di Peter Fill - quindicesimo - che paga la sola gara in stagione (Wengen) sulle gambe. Troppo poco per chiedere il miracolo al carabiniere di Castelrotto. Chi invece oggi il miracolo lo stava compiendo è Christof Innerhofer, per tre quarti di gara con i migliori intermedi. Poi, improvvisamente, il buio è calato ed il pusterese è finito lontanissimo (18/o). Incolore, infine, la prova di Patrick Staudacher (35/o). Domani uomini ancora in pista con la Super combinata: ore 19 (ora italiana) discesa libera e ore 22.30 manche di slalom.
(lunedì 15 febbraio 2010)