Herminator si ritira
Si è chiusa la carriera di Hermann Maier. Il più forte atleta - o il più vittorioso - degli ultimi anni ha deciso di porre fine alla sua vita da sportivo agonista, a pochi giorni dal via della nuova stagione. Una decisione comunicata dallo stesso Herminator in occasione della conferenza stampa convocata solo nella mattinata in quel di Vienna, alla presenza dei suoi sponsor principali.
"E' una decisione molto ponderata - dice il campionissimo di Flachau - ma assolutamente personale".
E dire che solo pochi giorni fa, al rientro sulla neve dopo la riabilitazione per l'intervento al ginocchio subito nella scorsa primavera, i commenti erano quasi entusiastici, con Maier pronto a scommettere su un suo rientro alle gare relativamente rapido. Ed invece...
Invece, evidentemente, le sensazioni del vincitore di oltre cinquanta prove di Coppa dal Mondo erano lungi dall'essere così esaltanti. "Vado avanti perchè mi diverto ancora" diceva la scorsa settimana; "Una decisione maturata lentamente" dice oggi, nella capitale austriaca. Una carriera lunga 13 anni. Anzi, una duplice carriera. Prima quella da cannibale, da invincibile, da eroe nazionale e come tale preda di simpatie, amori estasianti e di odi altrettanto profondi. Poi la seconda, da faticatore (non che prima non lo fosse, per carità), dettata dal gravissimo, quasi fatale incidente motociclistico. Una ripartenza che sembrava prodigiosa, incredibile. Il ritorno alle gare, le scoppole, l'"onta" della mancata qualificazione nelle prime gare, poi il ritorno sui podi mondiali, il ritorno alla vittoria in Coppa del Mondo, il trionfo iridato nel gigante di Bormio. Una ripartenza che oltre a nuovi successi gli ha saputo regalare una nuova visibilità, una nuova simpatia: il nuovo Maier era diverso, lui stesso più solare, più socievole, più umano. Tutto il popolo dello sci era tornato ad amare il muratore di Flachau, il colosso incapace ad arrendersi di fronte all'incredibile volo di Nagano (due giorni dopo, vinse il titolo olimpico) era riuscito a sconfiggere anche la malasorte, tornando nuovamente a vincere. E facendolo con il sorriso. Forse il suo successo principale, più difficile. In tutti i sensi.
A dieci giorni dal via della nuova stagione il Circo Bianco dice arrivederci ad uno dei suoi simboli, ad un uomo che ha vinto tanto, come tanto ha fatto discutere. Forse negli ultimi mesi non era più un vincente in senso stretto, ma Herminator, allo sci, mancherà. Eccome se mancherà. Perchè anche se non più all'altezza di Herminator, Herman, questo ragazzone di 36 anni, le folle le sapeva muovere come nessun'altro nello sci moderno, almeno nell'era dopo Tomba.
Grazie Hermann, complimenti.
(martedì 13 ottobre 2009)
Invece, evidentemente, le sensazioni del vincitore di oltre cinquanta prove di Coppa dal Mondo erano lungi dall'essere così esaltanti. "Vado avanti perchè mi diverto ancora" diceva la scorsa settimana; "Una decisione maturata lentamente" dice oggi, nella capitale austriaca. Una carriera lunga 13 anni. Anzi, una duplice carriera. Prima quella da cannibale, da invincibile, da eroe nazionale e come tale preda di simpatie, amori estasianti e di odi altrettanto profondi. Poi la seconda, da faticatore (non che prima non lo fosse, per carità), dettata dal gravissimo, quasi fatale incidente motociclistico. Una ripartenza che sembrava prodigiosa, incredibile. Il ritorno alle gare, le scoppole, l'"onta" della mancata qualificazione nelle prime gare, poi il ritorno sui podi mondiali, il ritorno alla vittoria in Coppa del Mondo, il trionfo iridato nel gigante di Bormio. Una ripartenza che oltre a nuovi successi gli ha saputo regalare una nuova visibilità, una nuova simpatia: il nuovo Maier era diverso, lui stesso più solare, più socievole, più umano. Tutto il popolo dello sci era tornato ad amare il muratore di Flachau, il colosso incapace ad arrendersi di fronte all'incredibile volo di Nagano (due giorni dopo, vinse il titolo olimpico) era riuscito a sconfiggere anche la malasorte, tornando nuovamente a vincere. E facendolo con il sorriso. Forse il suo successo principale, più difficile. In tutti i sensi.
A dieci giorni dal via della nuova stagione il Circo Bianco dice arrivederci ad uno dei suoi simboli, ad un uomo che ha vinto tanto, come tanto ha fatto discutere. Forse negli ultimi mesi non era più un vincente in senso stretto, ma Herminator, allo sci, mancherà. Eccome se mancherà. Perchè anche se non più all'altezza di Herminator, Herman, questo ragazzone di 36 anni, le folle le sapeva muovere come nessun'altro nello sci moderno, almeno nell'era dopo Tomba.
Grazie Hermann, complimenti.
(martedì 13 ottobre 2009)