Brem torna al successo, ma che brava Sofia Goggia
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Eva Maria Brem resiste alla grande al tentativo di ritorno di Lara Gut e torna al successo dopo quasi 13 mesi precedendo di 17 centesimi la stessa svizzera, a braccetto con la norvegese Nina Loeseth, sempre più convincente e costante in questo scorcio di stagione. L'esito del gigante di Courchevel conduce ad un doppio sorpasso nelle classifiche di Coppa del Mondo: nella generale la Gut scavalca Lindsey Vonn, oggi tredicesima, mentre nella graduatoria di specialità a vestire il pettorale rosso è la stessa Brem, lanciata in vetta dal successo e dallo zero raccolto da Federica Brignone, uscita nelle fasi finali della seconda manche quando stava cercando di rimediare alla pallida prima frazione. Il rammarico per il nulla di fatto della valdostana è da ricercarsi più nell'approccio troppo morbido alla discesa mattutina che non nell'arrembante seconda, per altro di grandissimo livello - almeno finchè è durata. Da questo punto di vista serve una maggior costanza, per restare in prima linea: tra una settimana a Lienz la Brignone avrà il terreno giusto per rilanciarsi, Brem e Gut permettendo.
Perchè la tirolese è tornata assolutamente concreta e competitiva, la stessa che l'anno passato aveva iniziato col botto la stagione: per l'Austria in gonnella si tratta del primo sorriso stagionale e già questo basta per esaltare l'estroversa Eva Maria, pronta a mettere un freno le velleità di tripletta di Lara Gut. Una tripletta mancata davvero per un niente: 280 punti in tre gare sono un bottino incredibile per l'elvetica che arriva a Natale al comando delle operazioni nella corsa al Coppone. Inutile sottolineare come i discorsi siano ancora agli albori, ma se Lara saprà mantenersi su questi livelli, forse forse la Coppa non sarà chiusa già a gennaio. Staremo a vedere.
Completa il podio, a sua volta seconda, Nina Loeseth: un piazzamento meritato anche in gigante per la norvegese che zitta zitta si è ritagliata un ruolo in prima fila in entrambe le discipline tecniche, aggregandosi più che volentieri al momento d'oro del movimento scandinavo. Appena giù dal podio, ecco una Viki Rebensburg sempre più vicina ai suoi standard migliori, la svedese Maria Pietilae Holmner ed una Sofia Goggia che finalmente ha trovato l'occasione giusta per mettere in mostra i gioielli di casa. Già nella prima manche era stata una delle poche azzurre a salvarsi, nella seconda ha messo in pista grinta e oculatezza, completando una manche eccellente (secondo tempo dietro alla scatenata Truppe) per risalire fino alla sesta piazza, risultato mai conquistato in precedenza tra le porte larghe. Bentornata Sofia: c'è bisogno della sua grinta e del suo carisma.
Appena fuori dalle 15 invece Irene Curtoni, l'unica altra azzurra al traguardo considerando che oltre a Brignone, anche Marta Bassino e Nadia Fanchini sono uscite anzitempo, nel cuore di una manche comunque non memorabile. Forse non basta per risollevare il bilancio generale, ma nell'azzurro pallido di Courchevel brilla la stella di Sofia Goggia: non basta, l'abbiamo detto, ma la notizia non è per nulla trascurabile. Avanti così, ora, Sofia.