Kelly Vanderbeek si ritira
di Matteo Pavesi
La veterana della squadra canadese Kelly Vanderbeek ha annunciato oggi il ritiro dall'attività agonistica dopo 12 anni di carriera, La 29enne, nativa dell'Ontario, si era messa in luce ai Mondiali Junior del 2002 e 2003 con un doppio bronzo in superg. A 18 anni aveva esordito tra i grandi, in casa a Lake Louise: quel giorno chiuse 53/esima, ma 5 anni più tardi, nel 2006, fu la prima velocista canadese a salire sul podio della gara di casa, 3/a in superg.
"Salire sul podio in casa fu bellissimo - racconta Kelly - c'erano i miei genitori, e conoscevo il 99% dei volontari sul tracciato."
Le due stagioni successive furono le migliori in CdM con l'8/o e 5/o posto finale nella classifica di discesa, grazie a due secondi posti (St Anton 2007, Sestriere 2008) che rappresentano i migliori risultati della carriera.
Nessuna vittoria dunque per la canadese, e in entrambi i casi è stata Lindsey Vonn a toglierle la gioia del primo sigillo.
Kelly, che ora vive a Canmore, nell'Alberta, con suo marito David Ford (olimpionico di kayak) ha dichiarato: "essendo una sciatrice so che gli infortuni fanno parte del gioco, ma quello che ho passato per il ginocchio nel 2009 è stato peggio di quel che pensassi. Ho sempre creduto di poter tornare a gareggiare e sono orgogliosa di esserci riuscita. Ma Sochi 2014 purtroppo non può essere una opzione perchè il mio ginocchio non ce la fa. Sochi era l'obiettivo, per questo ho provato a resistere finchè ho potuto. Ho puntato in alto, ci ho provato, capita che non ce la fai ma non svaluta quel che hai fatto."
Nel dicembre 2009 durante la seconda prova cronometrata della libera in Val d'Isere, cade riportando lo stiramento del crociato e del collaterale del ginocchio sinistro e una frattura al piatto tibiale. Un infortunio devastante che la privò della possibilità di correre l'Olimpiade di casa a Vancouver. Kelly ha dovuto lavorare per tre anni prima di poter tornare ad un cancelletto di Coppa del Mondo: tra il gennaio e il febbraio dello scorso anno corse 4 prove, senza conquistare punti.
"La gamba è guarita e sono contenta di questo, ma non ho bisogno di un ginocchio che mi permetta solo di sciare, ho bisogno di un ginocchio che mi permetta di gareggiare con le migliori del mondo. Il tempo non è dalla mia parte, lavorare per essere a Sochi solo come comparsa non mi basta. Io voglio vincere."
Il rammarico più grande della carriera non può che essere legato alle Olimpiadi: nel 2006, all'apice della forma, si ferma ai piedi del podio nel superg di San Sicario, lasciando il bronzo alla Meissnitzer per soli 3 centesimi. Nel 2010, come detto, fu costretta a seguire le olimpiadi dalla cabina di commento.
"Avevo lavorato così tanto per preparare quell'appuntamento e sognavo una medaglia. Ho lavorato per la TV e fu una bella esperienza..."
Infine un pensiero per le ex-compagne e tutti coloro che l'hanno aiutata: "uso i Volkl da quanto avevo 15 anni. E dai 18 anni ho sempre avuto uno sponsor che non mi hai mai abbandonato. Con Emily Brydon e Britt Janyk si era creato un bel rapporto. Negli ultimi tre anni ho lavorato con le giovani che stanno già facendo molto bene"
Nel suo curriculum anche la convocazione ai Mondiali 2003, 2005, 2007 e 2009.