La Coppa del Gobbo - Il peso di un Progetto (2)
(prima parte) In tempi come gli attuali, in cui è bene fare tutto, o quasi tutto, nel più breve tempo possibile naturalmente traendone il maggior beneficio possibile, non è da tutti avere il coraggio e la capacità di creare un PROGETTO, una intelaiatura di programma nella quale si debbano incrociare tutte le esigenze possibili e necessarie per dare (in questo caso) allo sci alpino italiano una dimensione ed una immagine che sappia rispecchiare la natura e l'identità di un Paese, come l'Italia, in cui le montagne e gli sport della neve, abbiano un ruolo enorme ed un peso di straordinario rilievo nell'economia stessa della nazione. A Claudio Ravetto già la forza non fa difetto e la sua terra, come per ogni buon montanaro, lo ha arricchito di esperienze e sacrifici, rendendolo arguto e sicuro delle proprie idee. La sua lucidità organizzativa ha "stupito e innervosito" coloro che credevano impossibile la gestione contemporanea di tutto lo sci alpino italiano, invece il "burbero piemontese" si è fatto amare ed apprezzare da TUTTI, consentendo e permettendo che il PROGETTO prendesse corpo, forma e vigore. Al telefono l'ho SEMPRE trovato, anche di notte, quando era in America, ed io stupidamente lo svegliavo! In ogni occasione le sue chiacchierate sono SEMPRE state piene di contenuti, di risorse, di spunti, di stimoli e di ASSOLUTA FIDUCIA per i suoi atleti ed i suoi tecnici. Ho letto che, seppur divisi, i due settori potrebbero convivere nella gestione dei programmi perché Raimund Plancker ha sinora condiviso il lavoro di Ravetto e si tratterebbe solo di portarlo avanti... Non credo che ciò possa accadere perché, da Responsabile Unico delle ragazze, Raimund ha il diritto di fare scelte, di modificarle, di lavorare da solo... Capite perché non si possa più parlare di PROGETTO dopo la decisione del Consiglio Federale di Saint Vincent. Se si sdoppia la strada principale ci si ritroverà su due stradine più piccole, con il rischio che diventino due sentieri! Non si continuerà più sulla strada che Ravetto ha prefigurato per dare allo sci italiano quel controllo sulla programmazione, la pianificazione di tutti i soggetti, per rivoluzionare la funzione del Direttore Tecnico con l'unico obiettivo di portare sempre più in alto lo sci azzurro, non solo, ma facendo della scuola italiana un modello al quale fare riferimento perché è facile dire come, tra i giovani, ci siano poche possibilità di ricambi per il vertice, non lo è altrettanto se non si abbiano in testa le idee per le cure ed i rimedi! Non voglio neppure accennare ai fasti dei Mondiali di Garmisch perché quelle luci potrebbero, purtroppo, spegnersi troppo presto, anzi non vorrei stessero già languendo perché se Theolier non tornasse più in Italia e se certe decisioni fossero assunte...mi dispiacerà molto avere la conferma della "non disponibilità" di Claudio Ravetto e, al di là delle belle parole, delle frasi fatte, dei sorrisi, delle pacche sulle spalle, mi farà ancor più dispiacere constatare come i meriti, la qualità del pensiero, la schiena diritta di tante persone, non abbiano il conforto e la riconoscenza che meriterebbero! E ai ragazzi che mi cercano e chiedono aiuto e consigli...io posso continuare a dire di lottare, di fare bene il proprio dovere perché i meriti vengono sempre riconosciuti???
(lunedì 28 marzo 2011)
(lunedì 28 marzo 2011)