Coppa del Gobbo - Raggio di curva colpisce ancora
Dopo alcuni giorni di Giochi Olimpici avevo raccolto alcuni spunti da condividere con gli Amici di Fantaski.it ma, appena conclusa la gara sprint di fondo, ho una gran voglia di dare corpo ai miei pensieri. La pista di fondo è bellissima, larga quel tanto che basta, impegnativa in chiave olimpica eccetera eccetera Però oggi sono caduti in tanti, nomi illustri dello sci di fondo maschile e femminile, cadute che addirittura hanno influito in modo concreto nell'assegnazione delle medaglie maschili... Cadute causate forse da un cristallo di neve infido e maligno, cadute che sia nel biathlon sia nel fondo si sono verificate soprattutto in fase di inizio e fine curva! Non è che per caso, in fase di realizzazione, siano stati sbagliati i raggi di curva, con conseguente difficile interpretazione delle traiettorie alla luce soprattutto della variabile neve? Vuoi vedere che il raggio di curva ha contagiato anche il fondo?
Lasciamo le prove nordiche ed andiamo sul tracciato della discesa, una pista - come si direbbe a RMC - di Gran Classe. Spettacolo sontuoso che ha richiesto un lavoro di preparazione "che non si può immaginare", come mi raccontava Yves Dimier, lo slalomista francese incaricato di dirigere i lavori. Mi chiedo se in futuro si ritornerà su questa pista, sarebbe triste non accadesse, ma delle ultime edizioni dei Giochi solo Lillehammer ha saputo restare sotto i 5 cerchi! Spettacolo purissimo e brividi a non finire...già, il brivido che ha provato lo sloveno Perko in quel volo nell'ultima prova cronometrata, però quanto sono stati lenti i soccorsi? Mi è parsa un'eternità, un po' esagerato per un palcoscenico così prestigioso, in tempo zero i canadesi di Lake Louise lo avrebbero verricellato.
Gara da cineteca ed argento di grande qualità per Innerhofer, la sua carriera si completa come mai avrebbe potuto sognare e desiderare. Gli dobbiamo un grande GRAZIE, non è sempre facile caricarsi sulla schiena lo zaino delle responsabilità. C'è solo un particolare che non ho capito: alla cerimonia dei fiori è salito sul podio con un cappellino che non recava la scritta del suo Paese, a differenza di Mayer e Jansrud. Poi ho visto le interviste di Fill e Paris, anche loro con il cappello dell'Italia. Forse è stato l'eccesso della gioia e l'intraprendenza goliardica a tradirlo, peccato perchè questi sono proprio i momenti e gli spazi in cui si esalta il sentimento di appartenenza. Anche Zoeggeler è salito sul podio con il tricolore in mano, tra l'altro in tanti continuano a scrivere Zoeggler! Povero Armin, non gli saremo mai grati a sufficienza per il suo amore verso lo sport.
Un amore che le fondiste norvegesi hanno inteso manifestare all'amica Jacobsen, per la morte improvvisa del fratello nelle ore della vigilia olimpica. Nella gara di skiatlon hanno portato il lutto al braccio sinistro, disattendendo il regolamento olimpico ma obbedendo a quei sentimenti di rispetto e di solidarietà che pur dovrebbero albergare sotto l'ombrello dei 5 cerchi. Sono state rimproverate e forse, con i tempi del CIO, saranno anche punite. Mi sarebbe piaciuto vedere lo stesso segno di lutto al braccio delle italiane per ricordare l'alpina Simona Hosquet, atleta del Centro Sportivo Esercito, compagna d'armi di Elisa Brocard ed amica di tutte le altre, morta sotto una valanga pochi giorni prima. Mi risulta che le ragazze lo abbiano chiesto...e mi risulta che sia stato negato. Forse con un po' di coraggio avremmo ottenuto più rispetto...
(martedì 11 febbraio 2014)