Torino 2006, undicesima giornata
L'Italia olimpica ha trovato il suo simbolo, Enrico Fabris, ventiquattrenne di Ruana in pieno altopiano di Asiago. Dopo il bronzo sui 5000 metri nella giornata di apertura e lo storico oro nella staffetta oggi è riuscito nell'impresa di conquistare il titolo olimpico nei 1500 metri, diventando il primo italiano capace di conquistare 3 medaglie in un'edizione delle Olimpiadi. Un successo arrivato in piena rimonta, dopo un avvio al rallentatore necessario per scaricare la tensione accumulata negli istanti precedenti la gara. Poi giro dopo giro lo svantaggio s'è assotigliato fino a tramutarsi in vantaggio, vantaggio che ha resistito all'attacco degli olandesi e degli americani, con la freccia nera Shani Davis e il fenomeno Chad Hendrick costretti ad accontentarsi rispettivamente di argento e bronzo. La cavalcata d'oro odierna lo lancia definitivamente nella storia dello sport italiano, lui come guida di questo gruppo di giovani campioni cresciuti sull'Altopiano di Pinè e capaci di far sognare milioni di italiani che fino ad un attimo prima neppure sapevano chi fossero. Il sogno vuole che per lo stesso Fabris siano ancora aperte le porte dei 10000 metri. Sognare non costa nulla, per quanto amaro possa essere il risveglio sarà comunque addolcito da due ori e un bronzo: val la pena di sognare.
L'altra bella pagina della giornata l'anno regalata Gerda Weissensteiner e Jennifer Isacco nel bob a 2. La pusterese e la comasca sono riuscite nell'impresa mai centrata prima di conquistare un posto sul podio olimpico. La loro è la classica bella storia olimpica: entrambe le ragazze sono arrivate al bob dopo altre esperienze, Gerda dopo aver dominato il mondo nello slittino, Jennifer dopo aver provato a sfondare nell'atletica, in cui peraltro può vantare una partecipazione ai mondiali junior nella velocità oltre ad ottimi personali su 100 e 200. Le due si sono incontrato dopo le Olimpiadi di Salt Lake City; hanno legato da subito e con fatica e dedizione sono riuscite a costrirsi mattone dopo mattone il sogno di una medaglia olimpica. Un alloro che chiude degnamente la carriera di una grandissima atleta come Gerda Weissensteiner che tante soddisfazioni ha regalato in oltre un decennio di successi.
Il ghiaccio che tanto bene ha portato a pattinatori veloci e bobiste non è stato altrettanto benevolo con i pattinatori di figura. Dopo la caduta di Barbara Fusa-Poli e Maurizio Margaglio di domenica sera oggi è toccato alla giovane Carolina Kostner saggiare il fondo del Pala Vela. Un peccato che la sua prova sia stata rovinata proprio nella combinazione iniziale di triplo Lutz e triplo toe-loop perchè da quel momento in poi la diciannovenne di Ortisei si è saputa esprimere alla grande, riscattando appieno il brutto esordio. Purtroppo però il computer è stato inclemente e l'ha relegata in undicesima posizione, sfuocando oltremodo la possibilità di salire sul podio. Ma questo non è che il primo passo della sua lunga carriera.
Hanno saputo regalare attimi di forte emozione anche i biathleti impegnati nella staffetta: per due frazioni con Cristian De Lorenzi e Renè Vuillermoz si è sperato in un risultato memorabile, speranza poi caduta sotto la rimonta di tedeschi, russi e francesi che hanno occupato i tre gradini del podio, lasciando ancora a secco una sempre più deludente Norvegia che oggi ha pagato la giornata no del lunatico Frode Andresen. Ottavo posto, comunque positivo per gli azzurri che potranno giocarsi ber 3 carte nella mass start di giovedì.
L'oro di oggi fa salire l'Italia al sesto posto nel medagliere pareggiando i conti con la precedente edizione per quanto riguarda le medaglie più pregiate, 4 a cui si aggiungono i 5 bronzi. Resta ancora qualche carta da giocare, a cominciare dalla sprint di domani con un Christian Zorzi caricatissimo.
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