Tdg - Davide Bendotti, lo sguardo a Pechino
di Luigi Grasscutter
Abbiamo incontrato virtualmente Davide Bendotti. La sua storia e i video nei quali mostra quello che sa fare ci hanno impressionato. Forse responsabile di questa 'impressione' è la scarsa frequentazione delle gare alle quali Davide partecipa, e di ciò facciamo ammenda.
Fuor di ipocrisia, sapete tutti che gli sport paralimpici in genere non hanno grande visibilità, e comunque non quella che meritano. Ad essere del tutto sincero, non credo che solo i media abbiano gravi colpe, c’è dell’altro...
C'è l’idea, sbagliata, che l’atleta debba essere 'forte ed impossibile', secondo un ideale 'classico' dello sport. Discorso lungo, che ci porterebbe lontano, mi limito ad accennarlo.
Ecco le nostre domande e le risposte di Davide Bendotti, che si è dimostrato molto disponibile, e che sono senz’altro più interessanti della mia introduzione.
Dopo le ultime paraolimpiadi eri contento dei risultati, ma sono passati tre anni abbondanti, l'asticella si è alzata. Quali sono i tuoi obiettivi? Se preferisci chiamarle aspettative è uguale.
E' vero, sono passati tre anni, e le mie ambizioni sono cambiate. Quattro anni fa l’obiettivo era essere convocato e partecipare alla rassegna olimpica, oggi non è più così.
Dopo tre anni di preparazione per Pechino 2022 vorrei un bel risultato, che per me sarebbe almeno una top 10 o, meglio, una top 5 in slalom. Sono consapevole che non sarà facile, perché gli ultimi anni non sono stati facili.
E non mi riferisco alle difficoltà legate al covid, intendo soprattutto le difficoltà ad allenarmi bene e con continuità: mi fa male la gamba, nella zona del perone, ho provato di tutto per risolvere il problema, ma il dolore rimane e talvolta devo fermarmi. Per questo, non sono riuscito a migliorare tecnicamente quanto avrei voluto in questi tre anni.
A proposito delle difficoltà dello sci alpino (costi, logistica etc), per te diventare un atleta paralimpico quanto è stato difficile?
Per me è stato abbastanza facile, in realtà, perché ho trovato molte persone che mi hanno aiutato. In primis la FISIP e la mia società sportiva, la ‘Polisportiva disabili della Val Camonica’, per la quale sono tesserato.
Poi ho trovato anche qualche sponsor personale. Nel complesso sono in una situazione buona, quasi ideale.
Prima dell’incidente, facevi gare di alpino (o le avevi fatte) come atleta normodotato?
Prima dell’incidente non facevo gare di sci alpino, e ti dico purtroppo, perché se io fossi già stato un atleta sarebbe stato più facile crescere nella mia nuova condizione di atleta.
Ma nella vita non si conosce il proprio destino.
Io ho cercato di rimediare a questa mancanza di esperienza dopo l’incidente.
Le paralimpiadi (e in genere lo sport agonistico) degli atleti paralimpici è meno esasperato di quello dei normodotati. Cosa diresti a un atleta normodotato che è deluso dai propri risultati e a cui sembra che la vita senza buoni risultati perda senso?
Le esperienze come la mia, il grave incidente, la perdita di una gamba, ti fanno vedere le cose in un’altra prospettiva. È banale dirlo, ma a un atleta scontento direi che deve continuare a provare. Io e i miei colleghi siamo forse una fonte di ispirazione per tutte quelle persone che di fronte alle difficoltà si lasciano andare.
Ti ho visto sciare ovviamente. Onestamente, fai cose impressionanti, vai davvero forte in tutte le specialità. Su cosa lavori per migliorare? Cosa significa migliorare la sciata con una gamba?
Come sai benissimo, per migliorare la sciata gli aspetti su cui lavorare sono tanti. Nel mio caso la sciata 'nórmale’ va adattata, perché io uso un solo sci, ma non cambia molto.
Le cose da migliorare sono le stesse, perché uno o due, lo sci lo devi sempre girare.
Anche perché, purtroppo, io nella mia categoria non gareggio solo contro atleti senza una gamba. Ci sono discipline in cui, nella mia condizione di atleta che usa un solo sci, si hanno più chance, come lo slalom, ed altre in cui si fa più fatica.
Parlami, se vuoi, dei tuoi hobby. Cosa fai nel tempo libero?
Amo lo sport in generale. Tutti gli sport mi fanno star bene. Frequento gli amici, certo, mi diverto, e sto in famiglia. Ho una gran passione per i motori, moto e auto. Mi piace la montagna, ma anche il mare, a me piace variare, mi piace un po’ tutto.
Adoro la musica, anche se non ho un cantante preferito o un genere, mi piace spaziare.
Ascolto musica ogni volta che ne ho la possibilità, nell’arco di tutte le mie giornate.