Wengen: vittoria con polemica per Kriechmayr davanti a Feuz e Paris
di Matteo Pavesi
Davanti a 40.000 spettatori venuti a celebrare uno degli appuntamenti sportivi più seguiti dai rossocrociati, l'austriaco Vincent Kriechmayr vince la discesa di Wengen sul mitico Lauberhorn, la più lunga del mondo, chiudendo in 2:26.43 interpretando in modo magistrale il tratto centrale e finale, e portando via la vittoria ad (uno dei) idoli di casa Beat Feuz, fino a quel momento in testa e poi secondo a 34 centesimi.
Un risultato che non mancherà di rinfocolare le già calde polemiche di questi giorni: come noto infatti Kriechmayr ha disputato la discesa di ieri e quella di oggi senza aver svolto le obbligatorie prove cronometrate, perchè impossibilitato a raggiungere Wengen causa quarantena da covid19.
Condizioni meteo splendide nell'oberland bernese, per un tracciato che mantiene il suo indubitabile fascino, con gli atleti giunti al termine di una cinque giorni massacrante dopo due prove cronometrate (tranne Kriechmayr!), il superg e la discesa di ieri.
Terzo gradino del podio per un ottimo Dominik Paris, che commette comunque diversi errori in particolare prima del salto del Hundschopf, arrivando a metà gara con 7 decimi di ritardo, ma capace poi di recuperare nel tratto finale (impresa non da poco perchè non è facile ritrovare la velocità) e chiudere a 44 centesimi da Kriechmayr.
Secondo podio stagionale quindi per Dominik dopo la vittoria di Bormio, un risultato (60 punti) che lo porta a scalare due posizioni e diventare pettorale rosso di specialità proprio nella settimana di Kitz.
Torniamo alla classifiche perchè è stata una bellissima gara con Marco Odermatt, attesissimo dopo il secondo posto di ieri, che scende accompagnato dal boato del pubblico, interpreta benissimo il passaggio della Kernen-S intraversando quasi senza frenare e uscendo con una delle velocità più alte, ma non riuscendo poi a portarla nel tratto successivo, e infine recuperando nella Ziel-S come accaduto ieri.
L'elvetico si ferma ai piedi del podio per soli due centesimi alle spalle di Paris, ma oltre a consolidare la leadership in generale (ormai è a 1075 punti), rimane perfettamente in corso anche per quella di specialità.
Quinto posto per Mayer a +0.51, e ottimo 6/o per lo sloveno Martin Cater (+0.66), per una delle sue migliori gare in carriera.
Chiudono la top10 Kilde 7/o a +0.98, Rogentin 8/o a +1.36 (3 elvetici trai primi 8), poi ancora Austria con Striedinger 9/o a +1.67, Franz 10/o a +1.77 e Hemetsberger 11/o a +1.80.
Delusione per il norvegese Kilde che per affrontare la Kernen-S mette di traverso gli sci toccando con le code le reti esterne, poi perde velocità dopo la Wasserstation e non riesce più a recuperare.
Dodicesimo, e secondo azzurro, è Christof Innerhofer (+1.85): ci si aspettava un risultato migliore, ma la prestazione del campione di Gais è stata comunque convincente, così come il feeling con pista e materiali in tutti questi giorni.
Inner sbaglia prima del Hundschopf, affronta con un accenno di spazzaneve la Kernen-S ma ne esce lento e non riesce più a ritrovare la velocità.
A punti anche Matteo Marsaglia 28/o a +3.32 e Mattia Casse 29/o a +3.51, più attardato Buzzi, mentre non chiude la prova Guglielmo Bosca.
E' stata anche l'ultima gara per Carlo Janka, accompagnato dall'urlo dei 40mila presenti: unico svizzero con Pirmin Zurbriggen a vincere titolo mondiale, titolo olimpico e Coppa del Mondo, Carlo ha affrontato da atleta il tracciato salvo fermarsi prima del Ziel-S per un errore e godersi la passerella finale.
Al parterre, sotto uno scrosciare di applausi, i compagni per festeggiarlo con uno striscione "Danke Carlo".
Impossibile non pensare ad un ideale passaggio di consegne con Marco Odermatt, come lui specialista di gigante, superg e discesa.
Ora i velocisti si spostano a Kitz, perchè è già il momento di pensare al Hahnenkamm-Rennen: mercoledì prime prove cronometrate sulla Streif.