Stefano 'Baru' Baruffaldi volta pagina e chiude la carriera
Falso
Anche Stefano Baruffaldi, ‘Baru’ per tutti, chiude con l’agonismo.
C’è sempre un po’ di tristezza quando un atleta smette, ed oggi che a smettere è Baru ce n’è un po’ di più.
Ricordiamo ancora con emozione il GS di Coppa del mondo di Santa Caterina nel dicembre 2020, quando Baru prese una gran qualifica, trentesimo dopo la prima manche, pettorale 58.
Memorabile il suo urlo di gioia all’arrivo, da brividi il pugno battuto tre volte sul petto.
Nella seconda manche Baru mise in pista una sciata solida, attenta nei due punti chiave. Credo che ogni vero sportivo abbia esultato vedendolo tagliare il traguardo.
Dopo essere stato per qualche discesa nell’angolo del leader, chiuse 24esimo, un risultato che però non deve essere considerato come un ‘premio alla carriera’.
Santa Caterina, come abbiamo già scritto da qualche parte, è Dio che per una volta guarda giù e dice ´ok, questo atleta merita almeno questo’.
Baruffaldi chiude con l’agonismo essendo 53esimo nella WCSL di gigante, e 62esimo nel ranking FIS della stessa specialità.
Sapete bene cos’è la WCSL: è in base ad essa che la FIS ‘distribuisce’ i contingenti nazionali, cioè la quota di atleti per nazione (e per specialità) che possono presentarsi al cancelletto di partenza di una gara di Coppa del mondo.
Essere nei 60 significa far ´guadagnare’ un posto alla propria Nazione. Baru chiude lasciando in dote il suo posto in Coppa del mondo. Occorre dire, per completezza, che la dote lasciata da Baruffaldi è ‘provvisoria’, perché la WCSL evolve di gara in gara, e qualche volta per stagione la FIS ‘ricalcola’ i contingenti, sulla base dei cambiamenti occorsi nella WCSL.
Chiude la propria carriera sportiva un giramondo, uno che 'pronti via' andava a far gare a migliaia di km, uno che ha avuto un occhio privilegiato sul mondo delle gare.
Alcuni dicevano che Stefano Baruffaldi andava in giro per il mondo a ‘cercare i punti’ per il ranking FIS.
A costoro rispondiamo di dare un’occhiata al ranking in più d’una specialità: ci troveranno molte stranezze, e nell’era covid anche di più…
Sappiamo, tuttavia, che costoro hanno un occhio ben aperto, e l’altro bendato. Con l’occhio ben aperto guardano gli atleti che non amano, con quello bendato fingono di guardare tutto il resto, quindi il nostro invito cadrà nel vuoto, ma tant’è...
Lo sci non è il tennis, non è uno sport ‘professionistico’: nello sci partecipi alle gare di Coppa del mondo (e degli altri circuiti continentali) a seguito di una convocazione federale, non per la tua posizione nel ranking mondiale. Ci sono regole stabilite (dalla FIS, come per i contingenti nazionali), ma in buona sostanza le Federazioni sono libere di convocare chi vogliono (rispettando le regole stabilite dalla FIS, lo ribadiamo).
Baru non ha mai ricevuto regali, ed ha lottato per anni, negli ultimi due allenandosi con il Team Global Racing, superando difficoltà ed infortuni, e correndo negli ultimi tempi per lo sci club Drusciè Cortina.
Baruffaldi ha sempre creduto molto nei suoi mezzi, ed ha continuato a far gare cercando di dimostrare quanto valeva.
Crediamo che il suo talento fosse superiore, e non di poco, ai risultati che ha ottenuto.
Ma i risultati non sempre dipendono dagli atleti.
La regola che vuole gli atleti ‘artefici del proprio destino’ talvolta ammette delle eccezioni, ed una di queste è rappresentata dal percorso sportivo di Stefano Baruffaldi.
Da quando fece sesto in DH ai Mondiali Juniores di Roccaraso del 2012 (vinse un certo Cochran-Siegle), sono passati 9 anni, durante i quali le sue grandi doti di polivalente dovevano essere evidenti per tutti, a patto di volerle vedere…
Tra pochi giorni Baruffaldi compirà 29 anni.
Cambia vita un atleta dalle idee chiare e dallo sguardo pulito, uno che ci piace, inutile girarci intorno.
Con la ‘palestra di vita’ che sono stati questi anni di agonismo, non avrà problemi a fare bene anche il resto.