TdG - Il sistema Carca
Falso
Massimo Carca, l’attuale Direttore Tecnico giovanile di entrambi i settori (maschile e femminile) e allenatore del maschile, non rilascia molte interviste.
Non ama i riflettori e preferisce lavorare in silenzio, con un progetto chiaro, strutturato ed in continuo adattamento.
Lo abbiamo sentito in una pausa dal lavoro, mentre si dedicava alla famiglia e alle cose che gli piace fare nel tempo libero, anche se non può staccare del tutto dagli impegni perché l’organizzazione della prossima stagione richiede la sua partecipazione costante.
Non troverete nomi di atleti nelle risposte di Massimo Carca: gli atleti hanno un nome, evidentemente, ma il DT preferisce parlare del lavoro svolto con il gruppo, e non dei risultati di un atleta o di un altro.
I risultati, diciamo noi, possono essere facilmente passati in rassegna da chi vuole farlo.
Massimo, com’è andata la stagione dei tuoi ragazzi?
Difficile un bilancio, abbiamo molti ragazzi. Il lavoro era partito due stagioni fa con 8 ragazzi, quest’anno sono stati 15 per il maschile.
Comunque il bilancio è positivo: Coppa Europa per tutti e un affaccio in Coppa del mondo per qualcuno, con qualche prova molto buona e addirittura inaspettata, l’anno prossimo se ne aggiungerà qualcun altro nella massima serie.
Avevamo come obiettivo, oltre a Coppa Europa e qualche inserimento in Coppa del mondo, i Mondiali Juniores, e per una Nazione come l’Italia il risultato da centrare sono le medaglie, e queste sono arrivate, quindi bene.
Fin qui gli obiettivi di risultato, poi ci sono gli obiettivi di contenuto, che a me interessano in modo particolare, perché si parte da questi per ottenere risultati nel presente e nel futuro.
Il lavoro è organizzato secondo un modello verticale, con mini-staff all’interno degli staff, per seguire in modo specifico alcuni atleti, e quando gli atleti si spostano, salendo di livello, devono avere sempre dei punti di riferimento.
L’impostazione del lavoro deve prevedere la diversificazione, con almeno 2/3 discipline per tutti, che in questa stagione siamo riusciti ad inserire.
È la nostra filosofia: almeno fino ai 23 anni bisogna apprendere ed acquisire abilità passando da uno sci all’altro.
Sono molto soddisfatto dell’applicazione dei ragazzi e dello staff: per gioco io dico che siamo uno ‘sci-club FISI’, tutti hanno il doppio ruolo, c’è chi lavora di più ma ognuno fa la sua parte.
Volevo chiederti della polivalenza ma in buona parte mi hai già risposto...
La polivalenza è un sistema.
Coltivando la polivalenza nei giovani e giovanissimi, gli atleti hanno poi gli strumenti per eccellere nelle discipline verso cui sono maggiormente portati.
In Coppa del mondo si trova di tutto, neve spaccata, duro, sale, in slalom ma non solo.
Quindi, tanto lavoro e piedi per terra.