TdG - Liberatore, la forza delle idee
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Abbiamo sentito Federico Liberatore, classe ‘95, Squadra A, discipline tecniche.
Federico ci ha detto ‘questa è stata la mia miglior stagione di sempre’, essendo riuscito a centrare ‘quasi tutti gli obiettivi’.
Certo, avrebbe voluto ‘fare più qualifiche’, ma ha aggiunto di ‘vedere il bicchiere mezzo pieno’.
Come dar torto a Federico?
Dal suo esordio in WC sono passati quattro anni: un lungo apprendistato, fatto di molte partecipazioni, difficile, ma infine i risultati che cercava sono arrivati: l’11esimo a Chamonix in WC, la vittoria in EC e il posto fisso in slalom.
Ciò lo proietta in una dimensione nuova, ed i risultati ottenuti fondano una base solida per la prossima stagione.
A proposito del gigante (Federico è soprattutto slalomista ma non è certo ‘fermo’ tra le porte larghe...), ci ha detto che il problema sono i calendari: se si gareggia in WC, è difficile (ed a volte impossibile) partecipare ai giganti in Coppa Europa, e ha aggiunto che essere nei primi 30 della WCSL in una specialità (nel suo caso lo slalom) faciliterebbe le cose, permettendogli di dedicarsi ad una seconda specialità, e di progredire anche in questa.
Sui materiali, ci ha spiegato che ‘tanti credono che un materiale faccia la differenza in certe situazioni’, ma egli ritiene che il vantaggio, indubbiamente reale in certi casi, venga poi progressivamente colmato da chi è momentaneamente indietro: insomma, lo sviluppo dei materiali è difficile per tutti, ma durante la stagione il gap solitamente si riduce molto.
Gli abbiamo chiesto un giudizio sul sistema della WCSL, e lui ci ha risposto che ‘l’attuale sistema tutela chi è già nei 30’, cioè che è un sistema tendenzialmente conservativo della posizione acquisita, e che pertanto ‘non è facile scalare posizioni, occorrono risultati importanti’.
È dispiaciuto che la stagione si sia interrotta bruscamente, perché si sentiva in forma, ma ha sottolineato come la salute (individuale e collettiva) debba avere la precedenza su tutto.
In conclusione, Federico Liberatore ci è sembrato un ragazzo che ha ben chiare le regole del gioco e ciò che occorre fare per giocarlo al meglio.
Gli anni di apprendistato di cui dicevamo all’inizio lo hanno fatto maturare, la sua costanza nell’impegno e la sua passione per lo sci lo hanno portato dov’è, e non è certo finita, il bello comincia adesso.
Quel ragazzo, che forse cinque anni fa vedemmo tagliare il traguardo di un gigante in televisione valutando che fosse proprio forte, ha finalmente dimostrato sul campo di esserlo davvero.