Sofia Goggia: "La discesa della mia maturità"
di Vittorio Savio
"Ho una sola parola: oro - questa la prima affermazione di Sofia Goggia a fine gara - No, sono contentissima, anche se non si vede anche perchè sono ancora così concentrata".
La velocista bergamasca mette dunque il suo autografo nella storia diventando la prima donna italiana a vincere la discesa libera ai Giochi, nel maschile ci era riuscito solo Zeno Colò nel 1952 ad Oslo.
Sedici anni dopo Daniela Ceccarelli (1ª nel SuperG di Salt Lake 2002) e a otto anni di distanza da Giuliano Razzoli (1° nello Slalom di Vancouver 2010), l'Italia dello sci alpino torna dunque a svettare sul gradino più alto del podio olimpico: Sofia mette il suo autografo nella storia diventando la prima azzurra a vincere la discesa libera ai Giochi.
"Oggi mi sono mossa come un samurai - prosegue la neo campionessa olimpica di discesa - anche come ho messo la maschera sul tavolo prima della gara. Normalmente sono una pasticciona caotica, quindi ho cercato di costruirmi questa gara in modo diverso. Sono molto contenta di quello che ho assemblato. E' stata per certi versi la discesa della maturità. A volte mi avete visto rischiare tanto, altre volte un pochino meno. Però la solidità che ho espresso oggi con l'intelligenza agonistica da usare in qualche punto, dove non bisognava tirare, ma scalare qualche marcia dopo, sono riuscito a farlo bene".
Una vittoria costruita giorno per giorno a questa Olimpiade. "Sono ripartita fondamentalmente da quelle sensazioni bellissime che mi aveva lasciato la gara del superG - spiega la finanziera bergamasca - Da quella autenticità della sciata che raramente avevo trovato in questa stagione e che era da anni che non sentivo con tanta intensità. E poi prova dopo prova tutte le curve e ogni cosa. Ho costruito questa vittoria anche in una prova come quella di ieri, la terza, dove ero totalmente annoiata e sono scesa tanto per scendere. Quindi? bene. Io comunque non ho ancora capito di aver vinto le Olimpiadi...capito".
Un sogno olimpico che si avvera dunque per Sofia. "Si, certo che avevo già sognato di alzare le braccia al cielo sul podio olimpico - confessa l'azzurra - Però fino a quando non lo fai, non è nulla. Chi lo avrebbe mai detto che una ragazza di 25 anni, che a sei anni sulle nevi di Foppolo sognava di vincere questo evento, un giorno lo avrebbe vinto davvero".