Ivica Kostelic saluta il Circo Bianco
di Matteo Pavesi
Janica e Ivica, i fratelli croati, i figli di papà Ante, il loro celebre padre-allenatore. Tanto è stato scritto e detto su di lui, ma non si può celebrare Ivica, nel giorno della sua ultima gara, senza partire da questa figura austera dal carattere militaresco, cresciuto nella Jugoslavia est europea del dopoguerra, appassionatissimo di sci e deciso a trasformare i due pargoli in una famiglia di campioni.
Sacrifici, tanti, sulle piste di tutto il mondo; allenamenti duri, ossessivi, per cercare la perfezione nel gesto tecnico, dormendo in camper vicino agli impianti, così da non perdere tempo in spostamenti e lussi.
A 16 anni Janica (classe 1982) è già alle Olimpiadi di Nagano 1998: 8/a in combinata, disciplina-simbolo di polivalenza: in quella successiva di Salt Lake City 2002 vincerà tre ori e un argento, e a Torino 2006 un altro oro e un altro argento...
Mentre Janica domina il Circo Rosa, Ivica (classe 1979) cresce più lentamente: a Soelden 1998 indossa il primo di 361 pettorali in Coppa del Mondo, comincia con il gigante ma è lo slalom a dare i migliori frutti, e dopo qualche risultato minore e tante uscite, all'improvviso arriva la vittoria.
E' il 25 novembre 2011 ad Aspen, primo slalom della stagione, e tutti aspettano il trio austriaco delle meraviglie Raich-Schilchegger- Matt invece con il pettorale n.64 arriva questo sconosciuto, croato per di più, dunque di una nazione con poco blasone nello sci alpino, che già al termine della prima manche guarda tutti dall'alto.
E alle sue spalle? Un altro outsider, Giorgio Rocca: entrambi scriveranno pagine di vittorie e sfide nelle stagioni a seguire...
Ivica non si ferma ad Aspen: torna sul podio a Kranjska Gora, poi ancora ad Adelboden, trionfa a Wengen e ancora podi a Schladming e vittoria ad Altenmarkt, tanto da chiudere la stagione conquistando la coppa di specialità.
Nella stagione 2002 parte vincendo il discusso KO Slalom al Sestriere,
fece un podio e tre 4/i posti, chiuse secondo dietro ad un irripetibile Palander. Era l'anno di Eberharter vincitore assoluto, sembra preistoria, ma già Ivica vinceva e convinceva (e conquistò anche l'oro Mondiale a St.Moritz).
Una carriera dove i successi vanno di pari passo con gli infortuni, le operazioni, i recuperi, i grandi ritorni. A dicembre 2004 subito dopo aver vinto sulla 3-Tre si deve operare al menisco; un mese più tardi a Schladming vanno KO i legamenti del ginocchio. Nelle successive tre stagioni (2005,2006,2007) fatica, conquista qualche podio ma non è più lo stesso Ivica. Comincia a fare qualche manche di velocità, per la superK, tanto da vincere l'argento a Torino 2006, e la prima gara nel dicembre 2006 a Reiteralm.
Poi, nell'estate 2007, Ivica abbandona Salomon e passa a Fischer, con l'obiettivo di tornare grande. E così accade: nella stagione 2008 corre ed entra nei top10 in tutte le discipline tranne in gigante, fa 6 podi, chiude al 6/o posto della generale anche grazie a uno strepitoso gennaio dove coglie 8 risultati nei top10.
Non solo torna competitivo tra i pali stretti, ma riesce anche a fare bene nelle gare di velocità, eccellendo in superK. Le due stagioni successive, 4/o e 5/o nel computo finale, sono il trampolino di lancio per lo straordinario 2011. I segnali ci sono tutti: nel dicembre 2008 torna a vincere in slalom dopo 5 anni, cresce costantemente in discesa e superg. Senza dimenticare i due argenti in slalom e combinata conquistati a Vancouver.
Arriviamo così alla stagione 2010/2011: Ivica comincia con il podio di Levi, poi una manciata di piazzamenti senza entrare nei top10 per tutto novembre e dicembre.
SECONDA PARTE