Prima Pollicino poi SuperMax: grazie Blardo!
di Matteo Pavesi
Max Blardone chiude la carriera nel giorno della festa del papà, e siamo tutti concordi, lui per primo, che sia stata la famiglia (Simona, coi figli Alessandro e Ginevra) la svolta nella sua vita di uomo e, in parte, di sportivo.
"Se penso che questo giorno lo vedevo così lontano...alla fine invece è arrivato anche per me. E' difficile ma fa della vita, è bello vivere queste emozioni - dichiara al termine della prima manche del gigante di ieri ai microfoni Raisport - Cercherò di portare a termine un'altra gara delle mie. Il ricordo più bello? Tutti i podi, tutti i buoni risultati, ma forse il più bello è l'ultimo podio, una grande impresa. Avevo sempre sognato di finire così e poterlo dedicare ai miei figli..."
Carattere forte Max, spesso polemico, spigoloso, amatissimo dai suoi ossolani, d'animo buono ma allo stesso tempo pronto a litigare con chiunque. Conflittuale con i media: a volte disponibile e lucidissimo, a volte indisponente, con 'sparate' al limite. E in squadra? In FISI per poco meno di 20 anni è stato capitano, leader e tutor, ma anche capace di isolarsi per lunghi periodi dall'ambiente.
Maniaco della forma fisica e maniacale nella preparazione atletica, è stato senza dubbio il nostro miglior gigantista nel nuovo millennio, e dunque nelle ultime 16 stagioni, che coincidono con la sua carriera.
Max vanta poco più di 100 risultati utili in CdM, arrivando a sfiorare i 4000 punti conquistati, tutti (tranne 3) tra le porte larghe del gigante. 72 volte nei top15, 60 nei top10, 25 sul podio e 7 vittorie: numeri importanti, che lo portano tra i nostri migliori interpreti di sempre, alle spalle di Alberto Tomba e Gustav Thoeni.
Nelle 3 partecipazioni Olimpiche (Salt Lake City 2002, Sestriere 2006, Vancouver 2010) e nei 7 Mondiali (dal 2001 al 2013) è arrivato al massimo 5/o, e rimane un po' il rammarico per essere mancato ai grandi eventi.
Nativo di Pallanzeno, in Val d'Ossola, nel novembre 1979, Max cresce a livello giovanile tra slalom, gigante e superg, e nel 1997 entra in nazionale C. Nel 1999 ai Mondiali Juniores di Pra Loup è oro in slalom e poco dopo argento agli Assoluti sempre in slalom.
Max è pronto per la squadra B, praticamente non passa per la Coppa Europa e Flavio Roda lo vuole in CdM per ricostruire la squadra dopo il ritiro di Tomba. Ma un infortunio alla schiena gli fa perdere tutta la stagione 2000.
Così l'esordio in CdM avviene a Soelden, nell'ottobre 2000: con un pettorale altissimo arriva 20/o, arrivano i primi punti e a dicembre in Isere arriva il 6/o posto, alla 6/a gara tra i grandi, 1 secondo da Von Gruenigen, miglior azzurro.
Nel 2002 continua a crescere sfiorando il podio in Isere e ad Adelboden, nel 2003 è ancor più costante ad alto livello chiudendo 5/o la standing finale. Finalmente nella stagione 2004, a Flachau, arriva il primo podio della carriera, 2/o dietro Raich (quante battaglie con l'austriaco!), risultato bissato un mese più tardi nella splendida Adelboden tanto che a fine anno è il terzo miglior gigantista al mondo.
Manca ancora la gioia grande, la vittoria: a Soelden 2004 è 2/o, e finalmente nel gennaio 2005, ad Adelboden, su uno dei pendii più classici e difficili, ecco il primo sigillo. Max trionfa davanti a Miller e Palander.
La stagione 2006 è stata la sua migliore di sempre: smaltita la delusione dei Mondiali di Bormio (20/o) Max parte 6/o a Soelden, 13/o a Beaver Creek, e poi, in Alta Badia, la seconda vittoria, in una pista e in una località che gli sarà sempre cara, sulla Gran Risa infatti vincerà altre due volte (2009 e 2011). E così da "Pollicino" diventa "SuperMax".
SECONDA PARTE