Vigilia della 48/a edizione della Coppa del mondo in val Gardena che si appresta tra due anni ai festeggiamenti di un compleanno particolare: mezzo secolo di circo bianco ai piedi del Sassolungo. In questi quasi cinque decenni di storia c'è un personaggio che è sempre stato ai vertici dell'evento: Edmund Dellago, attuale presidente del Comitato Organizzatore, e a lui è stato chiesto come sia cambiato lo sci e la coppa del mondo in questo quasi mezzo secolo. "Nel 1965, quando abbiamo organizzato per la prima volta due gare FIS-A - racconta Dellago - le condizioni erano radicalmente differenti. Un esempio? Il nostro budget di allora si può paragonare a 200.000 euro di oggi, ovvero un decimo di quello attuale. E il 40% dei costi veniva coperto con la vendita dei biglietti, introiti che oggi raggiungono appena il 5%. I contributi degli sponsor allora giocavano viceversa solo un ruolo marginale.oe
Anche dal punto di vista dell'organizzazione qualcosa è decisamente cambiato ammette Dellago: "Ai tempi l’organizzazione era decisamente pragmatica. Non avevamo un ufficio del comitato organizzatore. Degli aspetti amministrativi ci occupavamo Erich Demetz ed io. Solo per il periodo della gara potevamo contare su un supporto. Solo negli anni ´80 abbiamo fondato un comitato organizzatore come associazione no profit registrata, dividendo al contempo i compiti tra un team con diversi comparti di competenza. Una struttura rimasta in vita ancora oggi".
Dal dilettantismo puro si è passati ad un vero e proprio management con 800-1300 collaboratori : "Nel 1987 Erich Demetz ha fondato l’organizzazione aeBig 5“, oggi aeClub 5“, realtà studiata per riunire gli organizzatori delle principali gare di discesa libera. All’interno di questa unione ci siamo occupati della commercializzazione dei diritti televisivi e dell’acquisizione degli sponsor. Una mossa geniale: quasi immediatamente siamo riusciti a triplicare gli introiti degli sponsor e ad aumentare addirittura di dieci volte il ricavo derivante dai diritti televisivi. Nel corso degli ultimi 15 anni - prosegue Dellago - abbiamo dovuto fare i conti con numerose esigenze differenti: sportive, tecnico/organizzative ed amministrative. Abbiamo avuto la fortuna di poter contare su Stefania Demetz nel ruolo di amministratore delegato. Grazie a lei il nostro comitato organizzatore è cresciuto enormemente da un punto di vista qualitativo. Non è un caso se oggi veniamo considerati uno dei migliori team in questo ambito, anche a livello internazionale".​
Edmund Dellago alla soglia dei cinquant'anni di storia volge il suo sguardo al futuro della Saslong e della sua tappa di coppa del mondo: "La Coppa del Mondo della Val Gardena, come tutti i grandi eventi mondiali, dipende ormai dalla trasmissione televisiva da concretizzare il quanto più possibile in tutto il mondo. No TV, no business. Il trend viaggia in direzione di una tensione e di un intrattenimento ancora maggiori. Forse in futuro saranno solo 30 gli sciatori al cancelletto di partenza, forse ci sarà una “prima divisioneoe, come avviene per la Formula 1, per il tennis, per il calcio, per l’atletica leggera e in parte anche per lo sci, come insegnano il Tour de Ski o la tournée dei 4 trampolini. Solo manifestazioni strutturate ad altissimi livelli di professionalità, pronte ad esaudire i desideri dei consumatori e capaci di adeguarsi alle richieste dei media potranno continuare a sopravvivere nel mondo delle competizioni sportive".