Fede Brignone:"Ho cambiato per puntare in alto"
di Matteo Pavesi
Venerdì Federica Brignone tornerà in gara ad Aspen, in gigante, un mese dopo il grande successo di Soelden, il primo in carriera, in una località particolarmente cara, perchè le ricorda che nel 2009, a 19 anni, salì su un podio di Coppa del Mondo per la prima volta.
Nei giorni scorsi prima, prima di volare verso il nordamerica, Fede ha fatto visita alla redazione de La Gazzetta dello Sport, che oggi ha pubblicato una bella intervista sull'edizione online, a firma di Marisa Poli e Simone Battaggia.
Vediamo alcuni dei passaggi più significativi:
Cambiamenti? Prima seguivo i programmi di preparazione atletica da sola, ma al nostro livello non si può. Ora ho un preparatore atletico mio, Federico Colli, che mi segue a casa. È importante avere qualcuno che ti indica come lavorare a seconda di come stai, è una motivazione. E poi dalla scorsa estate ho anche un mental coach, si chiama Roberto Greco.
Che è successo a Soelden? Al cancelletto, nella prima manche, lo skiman Mauro Sbardellotto per scherzo mi aveva detto "Tocca a te. Ora dai 1"80 alla Rebensburg". Giù avevo 2"96 di vantaggio. "Sarà caduta", mi sono detta. Poi è scesa Nadia, e su di lei avevo 2"75. "Avrà sbagliato anche lei". Poi è scesa la Brem, e lei l'ho guardata bene. E' arrivata con 2"30".
Slalom, discesa e superg? Solo la discesa non fa per me, io sono portata a fare velocità in curva, non sul dritto. E poi mi annoia, hai solo un giro a gara, e prima ci sono tutte quelle prove, sempre sulla stessa pista. Quando faccio i superG, su una sola manche, arrivo giù e mi sembra di non aver fatto nulla. La mia sciata non è da slalom. Perdo tempo, ascolto troppo gli sci, le mia curve sono troppo rotonde. Però mi serve, e mi piace. E' la mia sfida.