Fede Brignone terza! Apoteosi Brem ad Aspen
di Luca Perenzoni
E' di Federica Brignone il primo podio stagionale dell'Italia degli sport invernali: la carabiniera di La Salle è terza nel gigante di Aspen, preceduta dalla doppietta austriaca che brinda per il primo successo in carriera della ventiseienne tirolese Eva Maria Brem e per il secondo posto di Kathrin Zettel. Tina Maze resta ai piedi del podio, seguita da Michaela Kirchgasser e dalla padroncina di casa Mikaela Shiffrin, sesta; Anna Fenninger sbaglia anche nella seconda manche e scivola in 12ima piazza, interrompendo la propria striscia positiva dopo 5 successi; in casa Italia Manuela Moelgg è decima, Irene Curtoni 15ima, Marta Bassino 19ima, Elena Curtoni 21ima, Francesca Marsaglia 23ima e Nicole Agnelli 29ima; sette ragazze di Livio Magoni a punti, dato da non trascurare, anzi.
Fede si è ritrovata, insomma. Ci ha messo due anni e mezzo a tornare a dare del tu al podio: da Schladming 2012 ad Aspen 2014 è passato del tempo e con esso anche diverse traversie che hanno rallentato il progresso della figlia d'arte nelle ultime due stagioni. Già un mese fa, a Soelden, si era capito che la Brignone fosse in netta crescita, oggi l'ha confermato, dando una sostanziale dimostrazione di efficienza, pur nella consapevolezza che il lavoro non si è ancora completato. La sua innata esuberanza, quel suo modo quasi selvaggio, istintivo di interpretare i tracciati, necessitano forse di un ultimo tassello per affinare il set-up, dopodichè la parabola di "Fede" potrebbe concludersi, permettendole di conoscere l'unico gradino del podio che ancora le manca.
Ma per adesso lo sci azzurro può tornare a riabbracciare la sua first lady, proprio in terra americana e non è un caso, perchè il mosso e spesso spettacolare tracciato di Aspen è probabilmente il terreno che più di tutti sa esaltare e ispirare la ventiquattrenne valdostana.
Davanti a lei, come detto, due austriache. La Zettel abbiamo imparato a conoscerla in tanti anni e quando è in giornata come capitato oggi non resta che ammirarne leggerezza e precisione, semplicemente una goduria: il suo sorpasso alla Brignone - seconda a metà gara - non fa troppo male. La Brem invece è il volto nuovo del 2014, considerato nella sua interezza: la rinuncia forzata alle Olimpiadi (come l'anno precedente ai mondiali di Schladming, sempre per scelta tecnica) ha portato all'attesa maturazione, proiettandola verso il gotha delle porte larghe. Fisico minuto, chioma biondissima, idee chiare, chiarissime, come quando nel 1990, a ventisette mesi, ci mise due giorni a convincere i genitori di essere già abbastanza grande per sciare. La sua carriera è iniziata lì e tra qualche saliscendi è ormai sbocciata. Quello di Aspen è il suo primo successo, molto probabilmente non sarà l'ultimo e la sua esplosione serve ad aggiungere altro pepe a quest'annata che dopo Soelden si temeva fosse già scritta. Ed invece...
Invece Tina Maze è ancora lì, quarta. Mikaela Shiffrin pure, anche se il grave errore nella prima manche le ha negato il podio; Anna Fenninger invece sbaglia ancora e preda della foga si "dimentica" il giusto anticipo in ingresso sul muro interrompendo bruscamente una striscia fatta di cinque vittorie di fila.
E poi c'è l'Italia. Anzi, l'Italia c'è: Manu Moelgg è ormai specializzata in rimonte nella seconda manche, Marta Bassino conferma di avere tutte le intenzioni di far parlare a lungo di sè (ma occhio a non esagerare in esuberanza), le sorelle Curtoni lanciano un primo segnale, in attesa di Nadia Fanchini. Non male come gara, davvero. A domani, per uno degli slalom migliori dell'anno.