Lindsey Vonn e la battaglia contro la depressione
di Matteo Pavesi
In una intervista al mensile tedesco Focus una Lindsey Vonn giunta proprio ieri ai 30 anni rielabora quello che è successo nell'ultimo anno e mezzo, a partire dal terribile incidente di Schladming, proseguendo con la "ricaduta" dello scorso dicembre, e la conseguente rinuncia alle Olimpiadi di Sochi.
"Ci sono giorni buoni e altri meno buoni" confessa Lindsey, che continua ad assumere farmaci antidepressivi..."mi alleno duramente, e quando fisicamente distrutta, è più facile che la malinconia e la tristezza mi assalgano. Le medicine mi aiutano. Non bisogna vergognarsi della depressione, ci si può curare."
Già due anni fa, nel dicembre 2012, Lindsey aveva parlato di depressione, facendo risalire i suoi problemi addirittura al 2002, quando aveva cominciato le prime gare a livello internazionale, e i suoi genitori stavano per separarsi. E anche più tardi, nel 2008: "quando non riuscivo più nemmeno ad alzarmi dal letto, mi sentivo svuotata, senza speranza, come uno zombie"
Del resto Lindsey non è la prima atleta a parlare di depressione, lo fece Gigi Buffon in relazione al 2004, e poi Adriano, Andre Agassi, Pantani...
Lindsey ha anche dichiarato di ricevere molto aiuto dal fidanzato e campione di golf Tiger Woods: sono due atleti e due professionisti ed oltre ad allenarsi insieme, ad esempio in palestra, ogni momento della giornata è buono per 'sfidarsi', per chi si alza per primo al mattino o chi arriva prima alla porta di casa uscendo dalla macchina.
Inoltre l'ex signorina Kildow non ha mai abbandonato l'idea di gareggiare con gli uomini, sua vecchia battaglia per cui aveva chiesto un particolare permesso alla FIS, poi negato: "una volta tornata in forma ci riproverò. Penso che potrei finire nei primi dieci."
La campionessa di Vail tornerà al cancelletto a Lake Louise, uno dei suoi terrene di caccia preferiti, con l'obiettivo di riprendersi il ruolo di dominatrice della velocità (e non solo) nel Circo Rosa, senza dimenticare di essere a due lunghezze dal record storico di Annemarie Moser-Proell.