Sochi 2014 - Miller:"Mi manca mio fratello"
di Matteo Pavesi
Sembrava la solita frase fatta, il solito stereotipo da riproporre prima dei Giochi: "gli americani si esaltano quando sentono profumo di medaglie" Sì, ok, ma i livelli in campo sono quelli della Coppa, no? I favoriti sono quelli che per tutta la stagione hanno fatto bene dal Nordamerica all'Europa, dalle nevi dure di fine novembre a quelle bagnate di inizio gennaio, no?
Poi arriva Julia Mancuso, grande campionessa certo, ma in tutta la stagione entra nelle top10 solo a Cortina, con due settimi e un nono posto, quasi a voler scaldare i motori, poi il giorno della supercombinata che assegna le medaglie si mette alle spalle tutte le specialiste della velocità, e nella manche di slalom torna ai livelli di quattro anni fa e coglie il bronzo!
Discorso analogo per Andrew Weibrecht, capace di run straordinarie come a Beaver Creek nel 2007 quando con il 53 si presenta all'ultimo intermedio ad un soffio da Walchhofer dopo una gara tutta all'attacco. Poi nel 2010 a Vancouver si inventa un bronzo olimpico inaspettato, tornando nel quasi anonimato per quattro anni (una lunga serie di risultati tra il quindicesimo e il trentesimo posto) per poi dare tutto nel giorno che conta di più, e mettersi al collo un argento olimpico che vale una carriera.
In questo festival di medaglie a stelle e strisce (senza dimenticare le gare che verranno, un nome su tutti: Mikaela Shiffrin) non poteva mancare Bode Miller, il campione, il veterano, un'icona dello sci alpino in tutto il mondo, capace di scaldare il cuore degli appassionati e farli saltare sul divano con le linee estreme, i suoi errori clamorosi conditi da una classe infinita.
Dopo un anno e più di pausa c'era enorme curiosità su quella che, con buona probabilità, sarebbe stata l'ultima stagione dello spaghetti cowboy, e lui non ha deluso, è cresciuto gara dopo gara, è arrivato a Sochi per prendere una medaglia, la voleva, la cercava, per dedicarla al fratello e commuoversi fino alle lacrime, per ripagare quel duro lavoro svolto per tornare ai vertici.
Salt Lake City 2002: argento in combinata e gigante; Vancouver 2010: bronzo in discesa, argento in superg, oro in superk; Sochi 2014: bronzo in superg...6 medaglie in tre edizioni, 33 vittorie in Coppa del Mondo, due Sfere di Cristallo, 3 coppe di specialità, 4 ori e un argento Mondiali tra St.Moritz e Bormio. Gli anni passano, Bode c'è...e con 36 anni compiuti diventa il più anziano medagliato olimpico nello sci alpino superando la leggenda Aamodt.
"L'anno passato è stato molto difficile - confessa al parterre seguito dallo sguardo amorevole della moglie Morgan - vincere questa medaglia è magnifico. Weibrecht? Sono uno di quelli che sapeva che poteva far bene, che oggi aveva una grande chance. Ho sciato molto con lui, e so che è molto più forte di quanto dicano i suoi risultati. Potrebbe essere uno di quelli che lottano sempre per il podio, gli manca solo l'intensità giusta, la costanza, ma poi quando ci sono gare come questa dà tutto. Oggi ho aggredito molto, forse troppo. Ho fatto un errore in fondo, molto stupido. Dopo il Lake Jump non devi fare molto, non c'era niente da inventarsi, devi solo arrivare al traguardo, io cercavo la velocità, cercavo di attaccare anche li ma ho aggredito troppo e probabilmente mi sono giocato mezzo secondo in quel tratto. Oggi però ho una medaglia, mi sento felice e fortunato"