Simone Origone vince l'ottava Coppa del Mondo
a cura della redazione
Simone Origone, 34 anni, lo scorso 17 aprile scorso ho vinto la prova di Verbier (SVI), conquistando l'ottava Coppa del Mondo (in dieci edizioni a cui ha partecipato). La "nuova" sfera di cristallo va a fare spazio nella sua già incredibile bacheca, dove ci sono anche 5 Medaglie d'Oro Mondiali, l'ultima conquistata lo scorso gennaio, e il record assoluto di velocità su sci: 251.40 km/h, ottenuto nel 2006 a Les Arcs (FRA).
Va da sé come la disciplina speed skiing sia per pochi, infatti, le pendenze medie delle piste sono nell'ordine del 45%, con picchi del 70%. Non solo. Gli atleti raggiungono i 200 km/h in meno di 6 secondi, al pari di una F1! Serve dunque testa, coraggio, un fisico "bestiale" e un feeling totale con l'attrezzatura che si ha ai piedi per ottenere successi in questa singolare disciplina sportiva. Qualità, a quanto pare, che non mancano di certo a Simone, come scopriamo in questa intervista realizzata dal suo fornitore, Atomic.
Simone, come ti sei avvicinato a questa singolare disciplina?
Fino al '99 ho fatto gare di sci alpino prevalentemente di discesa e supergigante, in quegli anni il mio allenatore era Bruno Seletto, lui mi ha trasmesso la passione per la velocità, e ancora oggi siamo in contatto è ogni tanto ci confrontiamo. Dopo qualche anno dal ritiro e dopo avere preso parte al corso di guida alpina andai con un amico a Les Arcs per un allenamento/prova nel chilometro lanciato. Colpo di fulmine! Da lì è iniziato tutto
Lo Speed Skiing è lo sport più veloce tra quelli senza "motorizzazione". Testa, cuore, coraggio... cosa serve?
Diciamo che è la combinazione di tutte e tre le qualità a farti andare forte. La testa serve a rimanere freddo e concentrato, la passione ci vuole perché è uno sport poco conosciuto e le risorse ahimè sono quelle che sono...e il coraggio devi averne in abbondanza. Ma importantissimi sono anche i materiali, specie sci e scarponi, poi l'aerodinamica ricopre un ruolo primario".
Quale tecnica sciistica è propedeutica per lo speed skiing?
Arrivare dallo sci alpino e, in particolare, dalla discesa libera è un vantaggio. Molto importante è la scorrevolezza, anche se è diversa dalla discesa libera, infatti, in quest'ultima, devi essere scorrevole in uscita di curva mentre nella nostra disciplina devi sempre tenere gli sci piatti, però, qui, la difficoltà è che gli stessi dopo una certa velocità, diciamo oltre i 150 km/h, tendono ad aprirsi. Un altro fattore importante è la capacità di mantenere la corretta posizione della parte alta del corpo con l'aumentare della velocità. L'obiettivo è di fendere al meglio l'aria che, a quelle velocità, diventa come un fluido.
Con Atomic detieni il record del mondo di velocità sugli sci. Ci racconti qualcosa?
Dall'inizio è sempre stato il mio obiettivo. Mi ero avvicinato diverse volte al record, ma dopo 3 anni di attività ce l'ho fatta. Me lo ricordo quel 20 aprile 2006 a Les Arcs, ho ottenuto il record perché le condizioni, tutte, in quel preciso momento erano ideali. Parlo dei materiali, del tipo di pista, della battitura, della consistenza della neve e dell'assenza di vento. Quest'anno, a gennaio, a Vars mi sono riavvicinato: ho raggiunto i 248.174 km/h.
Simone, i materiali sono ovviamente fondamentali. Parliamo di sci...
Sono un atleta Atomic, l'unica azienda a credere in questa disciplina e, quindi, a produrre sci specifici. I miei attrezzi sono lunghi 2.38 m e presentano una classica struttura sandwich. Ogni anno ricevo dalle 4 alle 6 paia, che poi preparo accuratamente. Per la sciolinatura ad esempio utilizzo il forno ed anche una nuova tecnica a infrarossi. In ogni caso, quando un paio di sci è particolarmente veloce, ed è capitato negli anni, lo stesso può essere utilizzato anche per più stagioni.