La Coppa del Gobbo - E se Inner e Zeno...
di Carlo Gobbo
Pensavo che a Wengen la regia elvetica inquadrasse nella zona d'arrivo Beat Feuz ed invece nulla! Lo sfortunato campione svizzero, vincitore lo scorso anno della discesa, non si è visto. Strano, molto strano, anche perchè sono di questi giorni le notizie quanto mai rassicuranti sul brillante recupero del ginocchio infortunato che consente all'atleta un'accelerazione nei tempi della fisioterapia. Il mistero però è stato svelato mezz'ora prima che partissero gli atleti quando è iniziato il pre-gara su di una televisione in lingua tedesca. Feuz ed il grande discesista Russi erano saliti in elicottero sino alla zona sottostante l'Hundschopf perchè qui - diceva Russi - si era creata una zona molto delicata per i discesisti, la famosa compressione che avrebbe poi tradito il norvegese Svindal. In quello spazio televisivo precedente la gara dunque i fortunati telespettatori di lingua tedesca hanno potuto seguire la lettura tecnica più importante di questa edizione realizzando, nelle analisi di Feuz e soprattutto di Russi, come questa compressione dovesse considerarsi uno degli snodi più tecnici della gara e, chi avesse deciso di scegliere una traiettoria pochi centimetri più a destra, non sarebbe più stato in grado di resistere all'enorme forza dei propri materiali con l'inevitabile sganciamento dello sci! Solo Svindal ha pagato, solo Svindal (forse) aveva visto questa linea! Vi ho raccontato questo episodio perchè, in un momento in cui si parla di telecamerine messe sui caschi degli atleti (ma nello slalom non servono molto, meglio sarebbe trovare soluzioni per dare ai telespettatori il senso della velocità...) e siamo sempre in attesa di vedere in azione le famose fotocellule sui pali dello slalom, basterebbe prima della gara dare a tutti la possibilità di avere queste ricognizioni, affidate a gente che sa cosa raccontare e sa dove andare per segnalare i punti chiave del percorso. E' abbastanza triste vedere come, coloro che reggono le sorti dello sci alpino, non si rendano conto come il loro giocattolo stia diventando sempre più pericolosamente uno sport di nicchia. Speriamo arrivi presto nella stanza dei bottoni un giovane sveglio!
E ora parte l'applauso per Christof Innerhofer, un battimani che risale l'Eiger e tutto il gruppo della Jungfrau per andare a Murren, dove oggi Sir Arnold Lunn sorriderebbe compiaciuto e grato per l'impresa del coraggioso ragazzo di Gais. Nella mia fantasia immagino come starebbero bene assieme Zeno Colò e Christian Innerhofer, due mattacchioni, due impavidi e spericolati amanti della velocità, due ragazzacci che nella sfida con il vento - ieri ed oggi - hanno saputo trovare una bella risposta alle legittime inquietudini della vita. Zeno avrebbe preparato la sigaretta anche per Inner ed Inner si sarebbe gettato sui tracciati (allora sì erano discese "libere") seguendo il maestro senza battere ciglio! E in quanto a battute, sfottò e giudizi su tutti e tutto...ne sarebbe uscito materiale per scrivere libri! Un ragazzo altoatesino, uno toscano, anzi abetonese, due talenti fisicamente dotati, uno campione olimpico di discesa...l'altro...non ancora!
Voli fantastici a parte Wengen ha profuso emozioni a piene mani come sempre accade in questo angolo dell'Oberland dove, volendo, ci si può ancora rifugiare nella semplicità delle piccole cose, fotografie di un tempo , quando eleganti signore dalla lunga gonna e gentiluomini baffuti ramazzavano lunghe corsie di ghiaccio per agevolare la velocità degli stone nel curling, quando i bimbi sfrecciavano nelle stradine dei villaggi su piccole slitte di legno, tenendo ben saldi in alto i secchielli del latte appena munto, quando ci si incontrava camminando lentamente e...ci si salutava sorridendo!
Adesso si va a Kitzbuehel...(seconda parte)