Tina e Ted, supereroi di Sölden di Luca Perenzoni
Mai come in questo 2012 la prima prova stagionale ha proposto due dominatori assoluti. Tina Maze e Ted Ligety hanno dato vita nella due giorni del Rettenbach ad una prova di forza al limite dell'impressionante: la slovena si è esibita in un esercizio di freschezza atletica e brillantezza acuito dalle zero vittorie della passata stagione, dando lezioni di efficacia sul ghiaccio e nella nebbia. Dal canto suo lo statunitense ha ripreso il discorso interrotto a marzo, confermandosi ancora una volta il vero re delle porte larghe, nonostante i nuovi sci così tanto criticati, nonostante condizioni di pista e di visibilità che definire critiche è quasi poco. L'astronomico distacco rifilato alla concorrenza è lampante, balza agli occhi anche del telespettatore della domenica: in una gara livellata anche a causa delle condizioni meteo, arriva questo fenomeno e rifila più o meno 3 secondi a tutti gli altri, quasi fossero lì per caso. Ma Ligety è fatto così: gli piace sorprendere o forse, semplicemente, ha voluto lanciare un messaggio chiaro e forte: cambiate come volete le regole, tanto il più forte resto (e resterò) io. Il secondo tempo parziale della prima manche era già un segnale importante, anche se in parte zittito dall'exploit di Fanara e dall'inserimento nella scia dello statunitense di Manfred Moelgg: solo Ted infatti tra i primissimi a partire ha saputo mantenersi a galla, senza sprofondare nella neve fresca costata pressochè tutto a Schorghofer e Richard e ispiratrice dell'ironica mimica della spinta in Hirscher, successivamente a sua volta fenomeno nell'interpretare una seconda discesa con il coltello nei denti nel peggior momento in assoluto in termini di visibilità. Insomma, il primo acuto di Ted è passato quasi in sordina, il secondo ha colto nel segno: rileggendo nei segni lasciati nella morbida neve del Rettenbach le lettere si scorgono chiaramente: "Il più forte sono io". La replica di Manni Moelgg risuonava troppo lontana per contrastare il grido americano, ma il primo posto tra gli umani è già un premio sufficiente per il marebbano che a sua volta ha squillato la tromba della riscossa. Nel momento meno sperato, quando in pochi ci credevano. E per questo l'esaltazione è ancora maggiore e tale da infondere nuovo carburante nel fisico e nella mente del trentenne finanziere di San Vigilio. Benzina che trabocca invece dal serbatoio di Tina Maze. L'anno passato la slovena ci aveva messo un paio di mesi ad ingranare, imboccando la via giusta solo in chiusura di 2011 per poi raccogliere nel complesso 10 podi, distribuiti in tutte le discipline. Detta così non sembra nemmeno un brutto ruolino di marcia, se non fosse che già l'inverno passato la ventinovenne di Gorizia si era candidata ad alternativa al duopolio (che poi in realtà non c'è stato) Vonn - Riesch: alla luce del debutto di Solden, il cammino di progresso dell'anno passato assume un significato più pregnante e trova il suo apice proprio nell'eccellente prova offerta sul Rettenbach. Un exploit che di certo non sorprende Andrea Massi (ne parleremo poi) e che fa capire come la programmazione studiata dal "Team to aMaze" stia maturando ora i suoi frutti più gustosi. L'anno scorso la vittoria è forse sfuggita per qualche gioco del caso e la squadra in nero non ha voluto lasciare nulla al fato nel corso di questi mesi. Si dice che Tina abbia mazzuolato anche qualche uomo (in senso sportivo, chiaro) negli ultimi test pre-Solden. Visto quello che ha combinato in pista c'è da crederci. Che sia stato un caso sporadico? Lo sapremo solo nelle prossime gare, di certo di ottani nella benzina ne ha più di tutte e forse la Vonn dovrà iniziare a preoccuparsi davvero anche di lei...
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