in attesa di partecipare ai campionati nazionali, sfida con l'olimpionico Matteo Tagliariol
MOGLIANO — Un sogno che diventa realtà. Un duello «stellare» contro un campione olimpico. È stata una domenica da favola per Bebe, la giovanissima schermitrice di Mogliano, tornata in pedana grazie a protesi speciali dopo una terribile malattia. Un faccia a faccia in cui è stato difficile capire chi dei due fosse più emozionato, per l’occasione che li ha portati a sfidarsi a Padova sulla pedana del Petrarca Scherma, che da qualche mese ospita alcuni degli allenamenti di Beatrice Vio, Bebe appunto, all’interno della sezione scherma in carrozzina guidata dal Maestro Ryszard Zub. «Sono stupito dalla carica di Beatrice - ha dichiarato Matteo Tagliariol -. E’ una ragazza semplice, ma il suo coraggio e la sua determinazione sono un grande esempio. Trovo sia davvero straordinario il suo atteggiamento nella vita, che è la sintesi di ciò che è la scherma: attacco e difesa. Bebe prende la vita come affronta una gara, attacca la vita con tenacia e difende i suoi sogni. Con successo. Essere sulla pedana con lei è stato un momento di grande emozione, che ricorderò per sempre». Dopo il successo conseguito nel campionato regionale paralimpico dell'Emilia Romagna ai primi di maggio, Bebe si è cimentata in un incontro con lo schermidore trevigiano. Entrambi gli atleti si sono impegnati a tirare dalla sedia a rotelle. Ma Bebe non si è fatta intimorire e ha gareggiato con la grinta che la contraddistingue, guadagnandosi il primo incontro (15-14), al quale è seguito il 15 a 14 per Matteo: «È importante che campioni come Tagliariol affianchino e supportino questo tipo di iniziative, per promuovere la scherma in carrozzina» ha concluso il papà di Bebe, Ruggero Vio, che questa mattina sarà a Mattino Cinque, su Canale 5, con la figlia per raccontare la loro storia.
Presenti all’incontro tutta la famiglia di Bebe e gli amici di Art4sport a fare il tifo, insieme al maestro Ryszard Zub, plurimedagliato ad olimpiadi e campionati mondiali il quale al Petrarca Scherma guida i corsi di scherma in carrozzina per gli atleti diversamente abili. Ryszard Zub da alcuni mesi accompagna Bebe nella ripresa della scherma in alternanza alle sue maestre Federica Berton e Alice Esposito che la seguono a Mogliano Veneto. “Ciò che colpisce di più è che è Bebe che incoraggia i genitori – ha commentato il maestro Zub,– grazie al suo coraggio diffonde intorno a sé armonia e gioia. L’augurio è che possa realizzare il suo sogno di partecipare alle Olimpiadi. Cosa che non è nulla di impossibile per lei.”
Modificato da - GeneraleLee in data 19 mag 2010 16:15:52
Martedì 8 alle 11 a Pordenone, nell’Auditorium della Regione in via Roma, è stata presentata la 14esima edizione dei Giochi estivi della gioventù Alpe Adria. L’iniziativa vedrà protagonisti ragazzi e ragazze Under 17 che si cimenteranno in cinque discipline, ossia pallavolo, pallacanestro, atletica, nuoto e scacchi. Le gare si disputeranno dal 22 al 24 giugno in diverse impianti del Friuli Occidentale, mentre lunedì 21 è prevista a Pordenone la cerimonia di apertura dei Giochi.
Da quest’anno, su specifica richiesta dell’assessore regionale allo sport Elio De Anna, sono state inserite a titolo dimostrativo alcune discipline paralimpiche. Per questa ragione gli organizzatori hanno individuato quale testimonial della manifestazione Beatrice Vio, la tredicenne di Mogliano Veneto, promessa emergente del fioretto italiano che, a causa di una setticemia, ha perso gambe e braccia. Alla conferenza stampa erano presenti anche un centinaio di studenti provenienti dalle scuole superiori della provincia di Pordenone.
“Con la speranza che sia stata la prima di una lunga serie”. Questo era il nostro augurio alla fine della Family Run 2009, che ha visto Oscar Pistorius spingere Bebe e, poi, Bebe spingere Oscar fino al traguardo. Era il 24 ottobre 2009. Un anno fa, la corsa non competitiva della Venicemarathon ci ha tenuti a battesimo: era il primo evento al quale art4sport partecipava. Ci siamo lanciati ad occhi chiusi, pensando che l’idea di fondare un’associazione per aiutare i ragazzi protesizzati a fare sport non venisse accolta con la nostra stessa passione. Abbiamo aperto gli occhi e 8.000 persone ci hanno abbracciato con tutto il loro entusiasmo e incitamento ad andare avanti.
23 ottobre 2010. E’ la seconda tappa della lunga serie: partecipare alla Family Run 2010.
Ancora a Mestre, al Parco San Giuliano. Ancora con l’atleta e campione paralimpico Oscar Pistorius, con Beatrice "Bebe" Vio e con tanti amici, che in quest’anno hanno appoggiato gli scopi di art4sport, che faranno parte della squadra “art4sport friends” organizzata ad hoc per la Family Run 2010.
Ecco chi correrà sotto lo slogan, coniato da Bebe per l’evento, “10 cuori… 7 gambe. Non importa come ti muovi…”:
Francesca PorcellatoCampionessa paralimpica di atletica leggera e sci di fondo. Senza dimenticare che dal 10 settembre 2010 è Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana!
Giusy VersaceCampionessa Nazionale dei 100 metri e speranza dell’atletica leggera italiana alle Paralimpiadi di Londra 2012.
Fulvio MarottoIl “carrozziere” delle protesi. Le su protesi permettono di correre anche in moto. Oltre ad essere un grande inventore è un grande atleta (memorabile la sua maratona ciclistica da Treviso a Campobasso).
Leonardo TamboriniHa partecipato alla Maratona di Roma per poi scrivere «… in classifica ufficiale risulto 56.mo. Ma solo perché mi hanno considerato tra i disabili (che erano 56)».
Roberto BruzzoneIn arte ROBYDAMATTI, il camminatore con la gamba in spalla. Famose le sue imprese sportive e non.
E i ragazzi dell’”art4sport team”.
Avremo anche una maglietta tutta nostra, disegnata sempre da Bebe, che sarà disponibile presso il nostro gazebo. Inoltre, abbiamo pensato di offrire il pacchetto pettorale+maglietta di art4sport.
E' possibile prenotare on line, con carta di credito, i pettorali per partecipare con noi alla Family Run. Clicca qui per prenotare i tuoi pettorali con carta di credito Entro il 21 ottobre sarà inviata una mail con il riepilogo e il numero della prenotazione che servirà per ritirare presso il nostro stand i pettorali e le eventuali magliette prenotate.
Finalmente, presenteremo i due nuovi atleti che affiancheranno Beatrice nell’art4sport team. Due ragazzi protesizzati che avvieremo allo sport con le protesi che art4sport acquisterà grazie ai proventi delle numerose donazioni che abbiamo ricevuto.
Vi aspettiamo alle 9.00 del 23 ottobre 2010 all’interno del Parco San Giuliano, vicino l’ingresso “Porta Rossa”.
Ringraziamo la Caffarel per averci donato 500 Kg di cioccolato. Quindi, chi correrà con art4sport riceverà un dolce omaggio.
Modificato da - GeneraleLee in data 20 ott 2010 23:11:44
Monique van der Vorst aveva un sogno: vincere la Olimpiadi. Quelle per disabili, visto che un incidente le aveva fatto perdere l'uso della gambe appena adolescente. La ragazza olandese, che oggi ha 26 anni, c'era andata vicina a Pechino, nel 2008, ma si era dovuta accontentare di due medaglie d'argento, per una manciata di centesimi. Da tempo aveva messo nel mirino Londra, e le Paraolimpiadi del 2012. Un sogno a cui ha dovuto rinunciare. Non per l'aggravarsi della malattia, però. Né per un'altra cattiva notizia. Monique ha ricominciato, lentamente, a riacquistare l'uso della gambe, poi a camminare. Adesso sogna di correre come quando era ragazzina, spensierata e felice. E accarezza un altro sogno «irrealizzabile»: quello di andare ai Giochi, ma come atleta «normalmente» abile.
DIECI ANNI DOPO - L'incidente che le tolse la possibilità di stare in piedi, di muoversi, di camminare avvenne dieci anni fa. In quei brutti giorni ha dovuto inventarsi un nuovo modo di vivere. Per scoprire, all'improvviso, di dover ricominciare tutto da capo. E non sta nella pelle. «A Natale non festeggerò in modo particolare - ha spiegato agli inviati dell'Ap che l'hanno intervistata, nella sua città, Amstelveen, poco lontana da Amsterdam -, per me ogni giorno è Natale, non so pensare a un regalo più grande di quello che ho ricevuto». Adesso ha messo in soffitta la handybike (una bici da corsa che si muove grazie alle braccia) e la speciale carrozzina da corsa che per quasi un decennio le hanno tenuto compagnia quasi ogni giorno, nei duri allenamenti a cui Monique si sottoponeva. Per lei, promettente giocatrice di hockey su prato, sportivissima e innamorata della vita, era stata una scelta naturale quella delle competizioni per diversamente abili: «Non ho mai voluto arrendermi al destino».
OPERAZIONE SBAGLIATA - La sua odissea era cominciata con un fastidio all'anca, che gradualmente divenne un vero e proprio incubo: lussazioni continue e dolori. E alla fine la decisione di operarsi. Ma sotto i ferri del chirurgo accadde l'impoderabile: la gamba sinistra cominciò a dolere, a gonfiarsi, a rifiutare il movimento. «Inspiegabile», dicevano i dottori. Ma intanto, in meno di un anno, anche la gamba destra cominciò a soffrire degli stessi, terribili sintomi. Presto era diventato inutile chiedere spiegazioni ai medici, così Monique - paralizzata - cercò di darsi da fare per continuare a vivere come piaceva a lei: «Poco dopo ero tornata indipendente, malgrado le gambe. Potevo muovermi, guidare, volare. E anche fare sport». Fino alle Olimpiadi di Pechino e ai continui allenamenti. E tra i tanti allenamenti uno in particolare, con un ciclista che la centra in pieno sulla sua handybike e la getta sull'asfalto. Brutta caduta, con un fremito che le corre lungo la gamba.
LA RINASCITA - Un brivido che fa riflettere Monique: «Se sento qualcosa, forse c'è ancora una possibilità». E così, lentamente, nasce in lei e si alimenta la fiammella della speranza, all'inizio fioca, poi sempre più sostenuta, alla fine brillante e intensa. La svolta avviene quando torna a «sentire» il piede destro: «Una sensazione unica, di rinascita». Poi torna la sensibilità anche in quello sinistro. Quindi, tante e tante ore di riabilitazione e la gioia di stare di nuovo in piedi, di fare le scale, di guardare negli occhi la persona con cui si sta parlando. «Anche il mio recupero, per i medici, è inspiegabile». Ma stavolta Monique, di fronte alle zone d'ombra della scienza, piange di gioia.