Matt, Berthod e Zurbriggen: podio senza spettacolo di Luca Perenzoni Una gara che sa tanto di forzatura. Non tanto per il risultato finale, quanto per la palese volontà di voler effettuare a tutti i costi una combinata che, neve e temperature, non avrebbero consentito di fare. Almeno in maniera coerente. Ma tant'è, e nonostante una pista di slalom in continuo disfacimento sotto i 10 e più gradi del primo pomeriggio di Wengen, lo "spettacolo" è andato avanti, regalandoci, sette giorni dopo Berthod, un altro vincitore bravo e fortunato: Mario Matt. L'austriaco è riuscito infatti a far collimare alla perfezione fortuna e bravura: ritrovatosi primo ad uscire dal cancelletto all'inizio della seconda prova per il forfait di chi l'aveva preceduto nella discesa (34imo tempo il suo), il ventisettenne tirolese ha approfittato al meglio della pista intonsa dando il via ad un recupero che lo porterà fin sul gradino più alto del podio. Inevitabilmente, verrebbe quasi da dire, perchè discesa dopo discesa, con la neve che andava via via scomparendo, era sempre più impossibile per i migliori della mattinata quanto meno tentare di aggredire il tracciato bernese. Così alle spalle del ritrovato SuperMario si affaccia una coppia tutta rossocrociata: ancora lo stesso Marc Berthod (secondo podio in 1 settimana, in questi slalom "caldi") e soprattutto di un Silvan Zurbriggen che in discesa aveva saputo precedere il giovane compagno di squadra di soli 3 centesimi in dodicesima posizione. Ai piedi del podio ci sarà poi spazio per Ivica Kostelic, a precedere un altro svizzero, Daniel Albrecht ed un Benjamin Raich quindicesimo a metà gara. Settimo posto per Didier Defago, ottavo per Aksel Lund Svindal e decimo per il campione olimpico Ted Ligety.
Ma prima dello sciogliersi della neve, c'è stato posto e tempo anche per l'Italia: il merito è ancora una volta di Peter Fill, autore del miglior tempo nella prima frazione, con partenza giusto ai piedi dell'Hundschopf. Forse non serviva, ma è così giunta l'ennesima riprova del fatto che ormai il venticinquenne di Castelrotto è da considerarsi in pianta stabile nel ristretto novero dei migliori del circuito. Il suo tempo ha migliorato di un centesimo quello di Bode Miller e, ad essere sinceri, poco conta che poi lo slalom l'abbia visto solo ventunesimo: ci saranno altre prove, magari anche più abbordabili. Peter resta comunque il migliore degli azzurri, poco davanti a Florian Eisath (23imo), con Davide Simoncelli 34imo subito prima di Cristof Innerhofer mente Patrick Staudacher ha chiuso in 40ima posizione davanti a Silvano Varettoni. Nulla da fare invece per Lucas Senoner, Mirko Deflorian che non hanno portato a termine la gara.
La coppa ora si trasferisce in Francia, con le nevi della Val d'Isere che vanno a sostituire quelle di Chamonix: la speranza è però che la prossima settimana ci regali quantomeno una parvenza di inverno, in attesa che questo porti con se uno spettacolo diverso da quello odierno.
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