Ad Are la Riesch brucia la Vonn, Hanna Schnarf 7a
Parola fine sul duello per la Coppa del Mondo? Forse sì. Quel centesimo che nel superG di Aare ha regalato il successo a Maria Riesch davanti a Lindsey Vonn vale molto, moltissimo. Segna una differenza importante che va oltre il senso dato dal cronometro: perchè con questa vittoria la bavarese rafforza la propria leadership nella classifica generale (196 punti di differenza) ma soprattutto rifila una stoccata vincente all'amica - avversaria a stelle e strisce che dopo una prova perfetta pregustava già il secondo acuto consecutivo sulle nevi svedesi. Ma la Riesch ha estratto dal cilindro il miglior superG della stagione per strozzarle in gola l'urlo di gioia, per farle capire che i giochi sono fatti e che, se proprio vuole, la statunitense può accontentarsi delle due coppette di specialità. Che è un bell'accontentarsi, per carità.
Regolare e ritmato, senza particolari difficoltà, il superG di Are si è proprio giocato sul filo dei centesimi, ma su due piani diversi. Su quello di Riesch e Vonn con l'esito già riferito, e sul piano inferiore, separato da una voragine di 8 decimi dalle due Regine di Coppa. E nella lotta tra tutte le altre, a spuntarla è stata la californiana Julia Mancuso che è andata a precedere di un paio di centesimi una Nicole Hosp sempre a suo agio sulla neve svedese e di poco più la ventenne Lara Gut che con il "solito" errore di linea nel tratto centrale ha perso l'occasione di salire nuovamente sul podio di Coppa. Poi dietro son tutte lì: sesta Dominique Gisin, settima una brillante Hanna Schnarf che può recriminare per un'imprecisione nel finale che l'ha fatta probabilmente scalare di un paio di posizioni in quella che sicuramente è stata la miglior prova stagionale della finanziera di Valdaora. Discorso analogo anche per Dada Merighetti, decima sulle nevi che nella prima parte della carriera le avevano regalato il podio in gigante: decimo tempo per la bresciana che ha patito il tratto conclusivo accumulando un notevole distacco che l'ha allontanata inesorabilmente dall'ipotizzabile podio. Tra le due azzurre trovano posto Tina Maze ed Anna Fenninger, mentre il pubblico svedese (e non solo) resta con il fiato sospeso per capire e conoscere le sorti di Anja Paerson, fermatasi dopo una ventina di secondi per un improvviso dolore al ginocchio destro. Sembrerebbe essere qualcosa di grave e sulla soglia dei 30 anni per la svedesona di Tarnaby sarebbe davvero una mazzata pesante, pesantissima. Tornando alle azzurre, 22ima piazza per un'Elena Fanchini sempre litigiosa con le curve, 23ima per Verena Stuffer e 26ima per un'Elena Curtoni che sembra pagare gli sforzi fisici e mentali delle ultime settimane: l'importante è che non si metta fretta e pressione, perchè il tempo per crescere con la giusta pazienza c'è tutto.
(domenica 27 febbraio 2011)
Regolare e ritmato, senza particolari difficoltà, il superG di Are si è proprio giocato sul filo dei centesimi, ma su due piani diversi. Su quello di Riesch e Vonn con l'esito già riferito, e sul piano inferiore, separato da una voragine di 8 decimi dalle due Regine di Coppa. E nella lotta tra tutte le altre, a spuntarla è stata la californiana Julia Mancuso che è andata a precedere di un paio di centesimi una Nicole Hosp sempre a suo agio sulla neve svedese e di poco più la ventenne Lara Gut che con il "solito" errore di linea nel tratto centrale ha perso l'occasione di salire nuovamente sul podio di Coppa. Poi dietro son tutte lì: sesta Dominique Gisin, settima una brillante Hanna Schnarf che può recriminare per un'imprecisione nel finale che l'ha fatta probabilmente scalare di un paio di posizioni in quella che sicuramente è stata la miglior prova stagionale della finanziera di Valdaora. Discorso analogo anche per Dada Merighetti, decima sulle nevi che nella prima parte della carriera le avevano regalato il podio in gigante: decimo tempo per la bresciana che ha patito il tratto conclusivo accumulando un notevole distacco che l'ha allontanata inesorabilmente dall'ipotizzabile podio. Tra le due azzurre trovano posto Tina Maze ed Anna Fenninger, mentre il pubblico svedese (e non solo) resta con il fiato sospeso per capire e conoscere le sorti di Anja Paerson, fermatasi dopo una ventina di secondi per un improvviso dolore al ginocchio destro. Sembrerebbe essere qualcosa di grave e sulla soglia dei 30 anni per la svedesona di Tarnaby sarebbe davvero una mazzata pesante, pesantissima. Tornando alle azzurre, 22ima piazza per un'Elena Fanchini sempre litigiosa con le curve, 23ima per Verena Stuffer e 26ima per un'Elena Curtoni che sembra pagare gli sforzi fisici e mentali delle ultime settimane: l'importante è che non si metta fretta e pressione, perchè il tempo per crescere con la giusta pazienza c'è tutto.
(domenica 27 febbraio 2011)