Hinterstoder:Svindal e l'azzurro bucano la nebbia di Luca Perenzoni Ha scelto il gigante di Hinterstoder per celebrare la quarta vittoria in Coppa, Aksel Lund Svindal. Dopo il super-g di Lake Louise di un anno fa, la discesa di Aare dello scorso marzo e la combinata di Beaver Creek di un paio di settimane fa, oggi il lungagnone di Kjeller ha messo la sua firma anche tra le porte larghe sulle Alpi dell'Oberosterreich. In una gara caratterizzata da una nebbia decisamente fitta, il norvegese ha preso il comando delle operazioni già nel corso della prima manche, precedendo il sempre più brillante Kalle Palander e Bode Miller. Bene fin dal mattino la prova della pattuglia azzurra: se sono mancati gli acuti dei big (Blardone, Schieppati e Simoncelli uno dietro l'altro tra il settimo ed il nono posto), non è certo mancata la squadra, che è riuscita ad inserirne sette tra i primi 30 (oltre ai citati anche Fill, Roberto, Mölgg e Longhi) con il debuttante Kurt Pittschieler primo degli esclusi per un'inezia. Un segnale confortante quindi, confermato anche nel corso della seconda manche quando una nebbia ancora più fitta è scesa a complicare ancora di più una tracciatura insidiosa come quella disegnata dal tecnico azzurro Guadagnini. Omar Longhi sfrutta a dovere il pettorale numero 2 e piazza lì un ottimo tempo, che verrà battuto solamente dal finnico Marcus Sandell: la rimonta per il "rosso" del Tonale è ormai avviata e lo porterà sin alla ventesima posizione. Si mette in evidenza anche Fanara, le azioni di Alessandro Roberto e Manfred Mölgg si mantengono nel segno della stabilità mentre Peter Fill dimostra nuovamente di trovarsi in uno strepitoso stato di forma. Il settimo tempo di manche gli permette di avvicinare i top 10, mancati per quel solo centesimo che basta a Ted Ligety per precedere l'azzurro di Castelrotto.
Scende la nebbia sull'ultimo terzetto azzurro: Simoncelli deraglia, Schieppati no e completa la sua migliore gara da due anni a questa parte. Blardone morde il freno, attacca a spron battuto ma senza incidere più del dovuto e mantiene il suo piazzamento giusto davanti al milanese trapiantato ad Ancona. Dopo l'ossolano tocca a Raich: Benni pennella nella parte alta, ma incappa nell'ormai immancabile errore che decurta gran parte del vantaggio che vantava all'intermedio. Ben diversa la prova del canadese Francois Bourque: senza farsi intimorire dalla scarsa visibilità riesce a sciare in maniera decisamente convincente, sferrando una zampata da podio che gli permette di scavalcare in un sol colpo un Maier non brillantissimo, un Miller discontinuo ed un Palander nuovamente da "medaglia". L'ottima prova di Bourque non basta però per battere Svindal: lo scandinavo non cede niente, controlla l'ampio vantaggio che nutriva sul canadese per tagliare in tutta tranquillità il traguardo con ventisei centesimi di margine, più che sufficienti per imporsi nel primo gigante in carriera.
Cresce il ventiduenne di Norvegia, ancor più incisivo dell'anno passato, cosa che molti reputavano difficile. L'apprendistato al seguito di Kjus e Aamodt sta dando i suoi frutti: ha già vinto in quattro discipline, gli manca solo lo slalom per completare l'en-plein. Un obiettivo attualmente lontano, ma forse non proprio irraggiungibile...
E continua a crescere anche la squadra azzurrra. E' mancato ancora il podio, ma sono ben 4 gli azzurri nei primi 15: Blardone sesto davanti a Schieppati, Fill undicesimo, Mölgg quindicesimo a cui vanno ad aggiungersi la diciasettesima piazza di Roberto e la ventesima di Omar Longhi, a punti anche nella seconda prova di Coppa dopo i due punticini del debutto badiota. Azzurro vivo quindi; un risultato di squadra eccezionale, i ragazzi stanno bene e l'importante è questo: è certamente più bello quando si vince, ma a volta bisogna anche fare i conti con gli avversari! Ma con un Fill così splendente il doppio appuntamento sulla Stelvio potrebbe portare qualche regalo natalizio in ritardo...
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