La marcia trionfale della Zettel, Denise Karbon 9a di Luca Perenzoni Era solo questione di tempo ed il momento è arrivato. A soli ventanni Kathrin Zettel ha già il piglio della veterana, un atteggiamento messo in mostra già nella scorsa stagione quando, al debutto tra le "grandi" infilò una stagione a dir poco strepitosa, fatta di costanza ad altissimo livello tanto in gigante che in slalom. Mancava la prima vittoria in Coppa, vittoria che è arrivata oggi sulle nevi del Colorado, nel gigante di Aspen che ha confermato l'importante momento di cambio generazionale che coinvolge lo sci al femminile. Ma la copertina oggi è tutta per questa esile ragazza del Niederosterreich, uno scricciolo di cinquanta chili e poco più che sa condurre i suoi sci con una naturalezza ed una leggerezza da manuale. Non è certo la vittoria di oggi a rivelare il talento della Zettel, ci mancherebbe, ma contribuisce a consacrare forse il talento più brillante e puro della seconda metà degli anni '80. Una classe innata che le ha consentito di scavalcare nel corso della seconda manche quella Tanja Poutiainen dominatrice della prima frazione e speranzosa di prendersi un bis di lusso sulla pista che l'aveva vista vincere per la prima volta in gigante due stagioni or sono. Non è arrivato il successo per la finlandese di Rovaniemi, ma la piazza d'onore dietro all'astro sempre più fulgido della Zettel serve a fugare i dubbi di un esordio stagionale piuttosto opaco e soprattutto ad evitare al Wunderteam la seconda tripletta consecutiva. Perchè dietro è ancora il biancorosso d'Austria a farla da padrone: Michaela Kirchgasser con il terzo posto odierno sale per la prima volta in carriera sul podio di coppa, togliendo il piacere alla compagna di squadra Nicole Hosp che può comunque gioire per la buona dose di fieno messa in cascina in una giornata per lei iniziata male ma volta al meglio anche grazie alle uscite premature di Paerson, Schild e Kildow. E scorrendo la classifica continua la linea verde: sono 20 anche gli anni di Maria Pietilae Holmner, sinonimo ormai di concretezza e regolarità nelle discipline tecniche, come poco più che teenager sono la tedesca Hoelzl e la campionessa olimpica Julia Mancuso, rispettivamente sesta e settima. Qualche anno in più, ma uguale voglia di lottare e di tornare a scalare le posizioni che contano per Denise Karbon. L'errore nel tratto centrale della prima manche sembrava averle pregiudicato una gara iniziata col piede giusto ma la ventiseienne di Castelrotto (galvanizzata forse dalla notizia del podio del cugino Peter Fill) ha affrontato la seconda discesa con il coltello fra i denti, riportando agli occhi la visione della Karbon targata '03, quella che si temeva fosse stata cancellata dall'ennesimo grave infortunio. La seconda manche di Denise è stata quasi perfetta, solo la Hosp è riuscita a fare meglio. Alla luce di queste considerazioni il nono posto finale rifulge di ottimismo per i prossimi impegni nella mente e negli occhi di una protagonista ritrovata. Continua invece l'idiosincrasia di Manuela Mölgg nei confronti delle due manche. Una prima ottima (il quinto posto consentiva speranze di podio) a cui è seguita una seconda scialba che ha comunque consentito al "puledro" di San Vigilio di Marebbe chiudere in decima posizione. E sono manciate di fiducia a riempiere anche lo zaino di Nicole Gius: ottima a Levi, brillante ad Aspen. Nel corso dell'estate la ragazza di Prato allo Stelvio ha ritrovato la consapevolezza dei suoi mezzi ed i risultati iniziano ad arrivare: il 16imo posto di oggi vale oro soprattutto per il morale e per migliorare il pettorale di partenza in vista dei prossimi giganti. A punti anche Nadia Fanchini (24ima), apparsa ancora in debito di condizione e spinta forse oltre il lecito dalla sua perenne voglia di attaccare. Peccato per Chiara Costazza che non è riuscita a concludere la seconda manche, ma cercherà di rifarsi già domani insieme alle altre azzurre.
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