Torino 2006, quattordicesima giornata
Giornata degli addii a Torino. In una giornata caratterizzata dalla tanta neve caduta, il momento più struggente è stata forse vero le tredici, con la conclusione della 30 km a tecnica libera che ha visto per l'ultima volta Gabriella Paruzzi impegnarsi in una gara a cinque cerchi. La stagione dell'addio per la friuliana è stata forse la più sofferta, ma grazie al talento che si ritrova è riuscita ad invertire la rotta proprio alle Olimpiadi, contribuendo al bronzo della staffetta e conquistando due quinti posti nelle prove individuali, il secondo proprio nella prova finale che l'ha vista per ben due volte costretta a ralzarsi dopo una caduta. La seconda, a poco più di un chilometro dal termine, l'ha definitivamente tagliata dal disorso medaglie. Ha provato a ricucire lo strappo ma il forcing imposto dalla sorprendentissima polacca Justyna Kowalczyck non le ha lasciato possibilità di replica. Proprio la polacca sembrava poter affossare le speranze olimpiche delle due mamme volanti Katerina Neumannova e Julia Tchepalova ma sul rettilineo finale l'esperienza e la maggior consuetudine sulle distanze lunghe ha avuto la meglio regalando il primo oro della carriera alla ceca, subito raggiunta dalla piccola Lucia. Argento per la russa e bronzo per la polacca con una positivissima prova d'insieme delle azzurre: oltre alla Paruzzi, Sabina Valbusa decima e Arianna Follis dodicesima. Un addio coi fiocchi quindi per Gabriella, capace di regalarsi in questi 18 anni di carriera tanti successi con l'umiltà e la consapevolezza dei personaggi veri.
Addio è stato anche per Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio che nel galà conclusivo hanno, una volta per tutte, salutato la compagnia: la cornice formata dai migliori pattinatori del pianeta è stato forse il modo più significativo per salutare la fine della carriera di questi due grandi artisti capaci di superare in pieno la delusione per la mancata medaglia. Lo stesso galà ha rivisto le magiche performance dei vari Pluschenko, Arakawa, Cohen e dei nostri portacolori, guidati da una sempre deliziosa Carolina Kostner e da una sensualissima Silvia Fonatana, arrivata pure lei all'ultima esibizione olimpica.
Non è addio ma solo un arrivederci olimpico quello di Enrico Fabris, ottavo nei dieci mila conclusivi e autentico simbolo della kermesse azzurra. Se ne parlerà ancora, del pattinatore di Ruana. Grazie a lui il pattinaggio di velocità ha potuto disporre di una vetrina incredibile che ha permesso di conoscere una specialità tanto fascinosa quanto difficile ed ostica. L'Olimpiade si avvia quindi alla conclusione, restano ancora vive alcune speranze ma l'emozione vissuta in queste due settimane riusciràcomunque a sopire gli effetti di qualsiasi delusione che il finale a cinque cerchi potrà regalare.
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