Julia Mancuso principessa del gigante
Imprevedibile Mancuso. Dopo un'Olimpiade tentennante in pochi potevano immaginare che la ventunenne americana potesse tirare un simile scherzetto alle "padrone del gigante"; invece la Mancuso ha saputo adattarsi al meglio sia tra le maglie larghe della prima manche, sia nel labirinto disegnato nella seconda frazione da Ante Kostelic, probabilmente con il dente avvelenato per la mancata partenza della figlia Janica. Il tracciato complicato, accompagnato da una visibilità quantomeno precaria per le nuvole basse concentrate sulla pista del Sestriere, ha creato qualche problema di troppo a molte favorite, su tutte ad Anja Paerson sprofondata al sesto posto dopo aver chiuso la prima frazione proprio alle spalle della Mancuso.
Nessun problema invece per la californiana, che vanta tra l'altro avoli calabresi, che va così a riscattare all'ultima discesa utile un'edizione dei Giochi piuttosto grigia per la squadra americana, condizionata da cadute e infortuni che hanno minato le migliori protagoniste dello sci a stelle e strisce. E il gigante olimpico finisce così col premiare per la seconda volta consecutiva un'outsider, una ragazza che non aveva ancora vinto in Coppa del Mondo. Ma se quattro anni fa la vittoria della Kostelic era da considerarsi assolutamente a sorpresa, quella odierna della Mancuso è decisamente più in linea con i risultati messi in mostra dall'americana negli ultimi 12 mesi e precisamente dopo l'exploit mondiale di Bormio nel febbraio scorso. Ma le sorprese non finisco qui, sul secondo gradino del podio sale la finlandese di Rovaniemi Tanja Poutiainen che estrae dal cilindro una prestazione coi fiocchi dopo mesi di assoluto anonimato. Terza a metà gara, la scandinava non si è smarrita nella nebbia della seconda manche, riuscendo anzi a scalzare la Paerson per cingersi al collo un argento probabilmente insperato alla vigilia. Ancora Scandinavia al terzo posto, con Anna Ottosson, gigantista svedese che va verso i trent'anni ma che in questa stagione ha ritrovato gli stimoli e i risultati di qualche anno fa, quando, correva l'anno 2000, riusciva ad imporsi nel gigante di Cortina. Per lei il miglior tempo nella seconda manche (solo un centesimo meno della Mancuso) e una gran rimonta dalla tredicesima piazza in cui aveva concluso la prima frazione. A seguire le deluse di giornata, guidate dalla prima austriaca Nicole Hosp che precede Genevieve Simard, Anja Paerson e Katrhin Zettel in quella che è stato il peggior gigante stagionale per il wunderteam.
Non è riuscito il miracolo a Nadia Fanchini; settima dopo la prima manche la fuoriclasse camuna ha sofferto gli angoli acuti e i pochi riferimenti del secondo tracciato. L'inesperienza non l'ha di certo aiutata ma l'ottavo posto finale è da considerarsi un gran risultato viste le condizioni in cui è arrivato. I sei-sette decimi persi malamente nel finale della prima frazione le avrebbero consentito forse un risultato a ridosso del podio ma la ventenne di Montecampione ha dimostrato ancora una volta di poter dire la sua, in un futuro sempre più prossimo, in qualsiasi competizione di grande prestigio. La seconda manche regala un sorriso anche a Karen Putzer, capace di recuperare cinque posizioni dopo il diciannovesimo posto della mattinata. Karen non è ancora la campionessa di qualche anno fa ma la grinta e la detereminazione che sa mettere in campo nelle situazioni più difficili la stanno aiutando a ritrovare le sensazioni migliori; il quattordicesimo posto di oggi le vale comunque la miglior prestazione stagionale e, con tutti i se e i ma del caso, è pur sempre qualcosa di importante. E' andata invece meno bene a Denise Karbon, uscita sul muro centrale in una seconda manche in cui ha patito ancor più che in precedenza la scarsa visibilità.
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