Torino 2006, tredicesima giornata
E' corso via senza particolari sussulti questo secondo giovedì olimpico, in una giornata che già prima di iniziare non prevedeva possibilità di successo azzurro. E in assenza dei risultati, sono stati i "casi", sportivi e non, a prendere il sopravvento. I casi mediatici, impersonificati dalla bella e brava Carolina Kostner, probabilmente scossa da tutte le attenzioni che le sono cadute addosso investendola di quel ruolo da prim'attrice non ancora concessole dalla pista. In molti avevavo voluto vederla a tutti i costi medagliata, molti altri avevano spinto perchè con la sua dolcezza e la sua faccia pulita fosse assunta a sorta di eroina nazionale, senza magari riflettere che tanta responsabilità avrebbe potuto pesare sulle spalle ancora esili della diciannovenne gardenese. Carolina non ha tradito le sue attese personali, ha tradito quelle di chi, vuoi per ottimismo, vuoi per ignoranza sportiva, ha voluto issarla sul podio a bocce ancora ferme. Ci salirà, su quel podio, forse già a Vancouver quando la sua tecnica sarà più curata e la sua mente più preparata a sostenere una simile pressione. La stessa pressione che ogni 4 anni travolge la super campionessa russa Irina Slutskaya, vincitrice di tutto tranne dello stregato oro olimpico, ormai definitivamente fuori dalla sua portata. Anche stasera la formidabile russa ha ceduto, è caduta durante il suo programma libero spalancando così le porte dell'Olimpo all'outsider nipponica Shizuka Arakawa, autrice di un esercizio davvero notevole ancorchè accorto. Anche Sasha Cohen è caduta, ma ha saputo, da far suo, mascherare le croniche incertezze nei salti con la maestria nei passi di collegamento, nelle trottole e nelle spirali, cingendosi così al collo l'argento dopo la medaglia di legno a sorpresa di quattro anni fa. Nono posto finale per la Kostner che ha potuto collezionare un'esperienza unica, dall'essere portabandiera fino al gareggiare in un palazzo in autentica estasi: esperienze importanti per il prossimo futuro, a cominciare dai mondiali di Calgary del mese prossimo.
Dal caso mediatico a quello "amministrativo". Oggi è stata infatti la giornata tanto (poco) attesa del gigante parallelo femminile, con la presenza di Isabella Dal Balcon e Corinna Bocaccini, protagoniste della querelle di ricorsi e paventati controricorsi per l'ottenimento del posto in squadra. In gara la migliore delle azzurre è stata proprio la Dal Balcon, colei che stando alle decisioni del ct avrebbe dovuto starsene a casa. Difficile però credere che l'undicesimo posto guadagnato sia valso il disagio generato. Il ricorso al Tas ha premiato sì la sua testardaggine e la sua voglia di emergere ma ha finito con l'elevare moralmente la maestrina di Panchià Lidia Trettel, capace di intuire come non fosse il tempo delle polemiche e coraggiosissima nella scelta di farsi da parte senza troppo discutere. C'è chi ha voluto persino farla passare per debole; tutto inutile: la fiemmese è uscita dalla vicenda come degna vincitrice morale e viva sostenitrice di uno spirito olimpico troppo spesso accantonato.
Ma oggi si è anche gareggiato. Nel biathlon, con la staffetta femminile che ha premiato la concretezza russa a svantaggio del genio e sregolatezza delle tedesche, affossate dalla coppia Glagow-Apel non propriamente in palla al poligono. Le azzurre hanno fatto quel che potevano, in prima fila con Michela Ponza per poi scendere inevitabilmente con le sorelle Santer e Barbara Ertl. Quella di oggi è stata molto probabilmente l'ultima gara olimpica per Nathalie Santer, prossima signora Bjorndalen. Grazie di cuore per quanto fatto in carriera, per aver fatto del biathlon femminile uno sport anche italiano. La finale del curling femminile ha infine premiato le bionde svedesi, capaci di superare le svizzere proprio all'ultimo stone.
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