Pechino 2022: Lara Gut-Behrami è d'oro in super-g, disastro Italia
di Vittorio Savio
Le nevi d'oriente incoronano la ticinese Lara Gut-Behrami regina del superG. Dopo l'oro mondiale di un anno fa a Cortina d'Ampezzo arriva ora anche l'unico importante trofeo che le mancava: l'oro olimpico. Otto anni fa si prese un bronzo a Sochi, ma in discesa, poi un lungo digiuno fino oggi e a due giorni fa con ancora un bronzo ma in gigante.
Ed ora questo oro a consacrare una carriera fatta di gioie e dolori, di otto medaglie mondiali, 3 olimpiche che potrebbero lievitare visto che manca ancora la discesa, una coppa del mondo generale e tre coppe di superG. È la prima svizzera donna e uomo a vincere un titolo olimpico in superG ed è la prima campionessa del mondo in carica in questa specialità a confermarsi anche ad una Olimpiade.
Gara poco spettacolare se si eccettua la performance della portacolori ticinese, dietro è stata noia. L'argento se lo mette al collo l'outsider austriaca Mirjam Puchner, primo alloro olimpico per lei a 22 centesimi dalla vetta, secondo podio in specialità, abile a sfruttare la tracciatura del suo tecnico e le sue doti di scivolatrice necessarie su questa pista e facendo otto centesimi meglio del bronzo andato a Michelle Gisin. Classifica molto stretta con Tamara Tippler fuori dal podio per soli 3 centesimi, come pure a 13 centesimi finisce la campionessa uscente Ester Ledecka andata a caccia di una storica quadripletta tra sci e snowboard e fallita di poco, ma con una grande prova.
Giornata austro-elvetica, ma non azzurra. Le nostre quattro moschettiere non trovano la quadra del cerchio su queste nevi e soprattutto non riescono a dimostrare il valore del nostro potenziale in questa specialità. La migliore resta Federica Brignone 7a a 66 centesimi, non una scivolatrice pura e autrice di una prova sporcata da alcuni errori. Decima chiude Elena Curtoni. Solo 16a Marta Bassino, non a suo agio su questo tipo di neve e tracciati, e ancora più indietro una deludente Francesca Marsaglia. Le nostre piangono lacrime amare e lo stesso può fare Mikaela Shiffrin, finalmente sì al traguardo dopo due uscite consecutive in gigante e slalom, ma non con il risultato sperato. Possiamo dire che le nevi cinesi sono risultate decisamente amare per la campionessa statunitense.
Ora si volta pagina e si guarda al prossimo appuntamento olimpico con la discesa libera del 15 febbraio sperando anche nella presenza di Sofia Goggia che però non promette nulla, intanto si alllena.