Caso Casse: l'Italia potrebbe avere una quota in più
di Matteo Pavesi
Venerdì la FISI ha ufficializzato la presenza di Mattia Casse a Pechino, notizia già anticipata giovedì da alcuni giornalisti che erano sullo stesso aereo del velocista piemontese.
La nostra federsci ha giustificato la sua presenza come ipotetica riserva in caso di positività di qualche atleta della nazionale maschile, o di quelli già presenti o di quelli che devono ancora partire e che quindi sarebbero impossibilitati a gareggiare.
Il motivo però potrebbe (anche) essere un altro: l'Italia spera di poter avere un posto in più e quindi schierare Mattia come quarto velocista nel superg di martedì.
Ciò sarebbe possibile se venisse riallocata una quota lasciata libera da un'altra nazione: infatti come si vede dalla pagina ufficiale delle quote, l'Italia è la prima delle nazioni che ne avrebbero diritto.
Come gli appassionati sanno, durante il weekend di Kitz l'Austria ha protestato con la FIS contro la regolarità di alcune gare minori, che hanno permesso di abbassare i punti di alcuni atleti di nazioni di secondo piano e di conseguenza di guadagnarsi una quota.
Tutto questo unito al fatto che il CIO ha diminuito i posti per lo sci alpino, ha ristretto il numero di quote disponibili per le nazioni "big", motivo per cui l'Italia ha avuto solo 7 posti.
A seguito della protesta la FIS ha messo sub iudice quelle gare, e ha chiesto al CIO quattro posti "extra" che sono stati concessi, e sono andati alle prime nazioni nella lista d'attesa ovvero due posti all'Austria e uno per Francia e Norvegia.
Le nazioni però sono obbligate a utilizzare tutte le quote a loro concesse una volta "accettate" (ad esempio l'Italia al femminile ne ha rifiutate due), quindi l'Italia spera che qualche nazione "restituisca" una quota, operazione fattibile fino a 3 ore prima della riunione dei capitani precedente alla gara.
Una nazione può restituire una quota se l'atleta è impossibilitato a partecipare, vuoi per infortunio o per covid, e non sia possibile sostituirlo.
Il tutto è stato confermato dal presidente Roda a Simone Battaggia inviato della Gazzetta dello Sport.
I fari sono puntati sulla Slovenia che ha 5 posti al maschile: Miha Hrobat, Bostjan Kline, Zan Kranjec, Nejc Naralocnik e Martin Cater.
Quest'ultimo però lunedì scorso ha annunciato la positività al covid dicendo che le sue Olimpiadi erano già finite: evidentemente Martin non era ancora partito per Pechino, e la Slovenia è probabilmente impossibilità a sostituirlo con altri atleti, anche perchè dovrebbero soddisfare i requisiti minimi di punteggio FIS.
In superg, oltre ai già convocati, ci sono Stefan Hadalin ed altri 5 atleti che avrebbero meno di 80 "Olympic FIS Points" necessari per gareggiare, ma Stefan proprio a metà gennaio aveva annunciato di aver chiuso la stagione anzitempo per motivi personali e gli altri hanno pochissima esperienza in gare internazionali. Oppure qualche atleta delle discipline tecniche, come Aljaz Dvornik.
Difficile che Martin Cater si sia negativizzato in queste ore, ancor più difficile che riesca a raggiungere Yanqing in tempo se si trova ancora in Europa.
A questo punto non è fantascienza pensare che la FISI, saputa della positività di Cater, si sia mossa per avere qualche rassicurazione dalla Slovenia, e che abbia chiamato in fretta Mattia, con la prospettiva "abbastanza sicura" di gareggiare.
Pochi giorni prima la FISI aveva comunicato i convocati ufficiali per Pechino dove non era presente il piemontese, che il giorno successivo, via social, si era duramente sfogato con la FISI stessa per l'esclusione.