Lutto nello sci: se ne è andato Valerio "Ghiro" Ghirardi
di Vittorio Savio
Se ne è andato alle prime luci di questa mattina Valerio Ghirardi, per tutti "Ghiro". Un allenatore che ha scritto pagine importanti dello sci italiano e internazionale.
Il mentore di Isolde Kostner e delle ragazze di quegli anni fino a Giochi di Torino 2006 se ne andato per un male incurabile come per primo ha riportato Marco Di Marco su Sciare. Un globe trotter dello sci, passato anche attraverso la Spagna di Carolina Ruiz Castillio, prendendo per mano la paralimpica Melania Corradini, piemontese come lui, e la nazionale Paralimpica italiana, per poi approdare alla corte del duo Maze-Massi e accompagnando la campionessa slovena per buona parte dei suoi successi. Infine nell'attesa magari di chiudere la sua carriera da dove era iniziata, in Italia, arrivò la proposta di seguire i giovani canadesi.
Poi un brutto male inizia a farsi strada e per lui è l'inizio di un calvario, affrontato sempre con coraggio e determinazione, che lo ha portato purtroppo quest'oggi a salutarci tutti in anticipo, lui classe 1962 di Luserna di San Giovanni in Piemonte.
Ci piace ricordarlo con i suoi immancabili occhiali scuri, la sigaretta sempre in mano e quei capelli alla Apache che gli regalò anche il soprannome di "Geronimo".
L'ultima volta si era materializzato ai nostri occhi al bancone del bar ai piedi della pista Alloch di Pozza di Fassa in occasione dei Mondiali Junior. E' stato un momento emozionante quando ci siamo abbracciati e lui con naturalezza mi ha raccontato il calvario della sua malattia e di come lo stesse affrontando. Per una volta Valerio si era tolto i suoi immancabili occhiali scuri e ci siamo guardati negli occhi, come tante altre volte avevamo fatto sui campi da sci di tutto il mondo. Non nascondo che qualche lacrimuccia sia scesa dai miei occhi, ma anche i suoi non sono stati da meno. E' stato un momento, poi il "Ghiro" è ritornato quell'ombroso ma sempre generoso personaggio, ritornando a parlare di sci, che abbiamo saputo apprezzare sui campi di gara, ma anche fuori: leale, disponibile e sempre disposto al confronto con tutti, anche se in disaccordo con te.
Oggi ci lascia un grande tecnico, ma soprattutto un uomo che dello sport e dello sci aveva fatto la sua ragione di vita. Ti voglio salutare come quell'ultima volta a Pozza di Fassa: "Ciao Valerio, ci vediamo su qualche pista da sci".