Bolle, tamponi, assenza di pubblico...verso uno sci virtuale
di Vittorio Savio
Il Covid19 stravolge le abitudini dello sci mondiale targato Fis. Quattro bolle stabilite, tamponi obbligatori per tutti gli accreditati, gare senza pubblico e zona rossa a Soelden dove si dovrà alloggiare, pranzare e cenare solo in locali stabiliti dagli organizzatori locali. Questo lo scenario da film di fantascienza che si prospetta ai pochissimi che avranno la fortuna di vivere sul campo questa vigilia di nuova stagione di coppa del mondo, al via sabato e domenica prossimi sul ghiacciaio del Rettenbach. Ma sarà così anche nel prosieguo della stagione almeno fino a gennaio, quando, secondo la FIS, la situazione dovesse migliorare.
Disposizioni che riguardano però non solo la Coppa del mondo, ma anche la Coppa Europa e tutte le altre gare internazionali sotto l'egida della Federsci internazionale e di tutte le altre discipline invernali (fondo, salto, combinata nordica, snowboard, freestyle). Per non parlare dei prossimi Mondiali di Cortina d’Ampezzo dove, dalle voci che circolano, le norme potrebbero essere ancora più severe.
Se la Coppa del mondo inizierà comunque regolarmente, punti interrogativi macroscopici restano per la Coppa Europa, ma soprattutto per tutto il resto del movimento delle gare Fis che saranno sottoposte ad un aumento dei costi organizzativi e dei budget familiari. Come si può pretendere che delle famiglie si accollino ulteriori costi obbligatori (un tampone può costare privatamente dai 60 ai 100 Euro di media) oltre a quelli che già sostengono per finanziare l’attività dei figli (attrezzature, skipass e trasferte ecc.)? Di media un giovane in una stagione può disputare anche 20-30 gare Fis, e se si moltiplica questo dato con il costo di un tampone il conto salato è presto fatto. Lo stesso discorso vale per gli organizzatori delle singole manifestazioni che dovranno provvedere per tutti i loro volontari oltre al vitto anche all’ulteriore spesa dei tamponi obbligatori. In Val Gardena sono circa 600 i volontari e il locale comitato ha dovuto mettere a bilancio circa 40mila euro per i soli tamponi. La Coppa Europa è stata calendarizzata, ma non è ancora certa di partire come pure quello della gare Fis. Quanti organizzatori saranno in grado di gestire e di accollarsi questi ulteriori costi aggiuntivi? E tutto con il rischio magari di veder cancellata per Covid la propria gara e vanificati tutti gli sforzi economici.
Al momento, solo la Fis come federazione sportiva internazionale ha previsto un protocollo così rigido. Nel ciclismo ed in tanti altri sport sono previste delle cosiddette “bolleoe e delle limitazioni di pubblico, ma per quanto riguarda gli accreditati si procede con autocertificazioni. Certo, qualcuno dirà: ma così salviamo la stagione e garantiamo la sicurezza sanitaria degli atleti. Al Tour de France, per fare un esempio, nessuno degli accreditati è risultato positivo, atleti compresi, fra le centinaia di accreditati autocertificati. Al Giro d’Italia nonostante queste “bolleoe 3 atleti dopo i test di controllo quotidiano a spese dell’organizzazione sono risultati positivi. Questa la dimostrazione che non ci sono “bolleoe sicure al 100%, a meno che tu non rinchiuda tutti ad Alcatraz in isolamento totale.
Questo per dire che uno sci così blindato a mio avviso è destinato a morte certa. Niente pubblico e quindi niente turisti, con ristoratori ed albergatori che in futuro non vedranno più di buon occhio manifestazioni così blindate, sale stampa completamente vuote e quindi con calo dell’attenzione mediatica. Di conseguenza tutto questo porterà a cascata sempre meno giovani ad avvicinarsi agli sport invernali, destinati a praticanti sempre più ricchi. Ricordiamoci in Italia l’era Tomba, che portava migliaia di persone sul campo ad assistere alle gare, e di conseguenza anche ad avvicinarsi alla pratica dello sci. Ricordiamoci degli anni ‘70, con i Mondiali di sci della Val Gardena che fecero fare un salto mediatico al turismo della neve a livello italiano.
Uno sci sempre più virtuale, fatta solo di telecronache televisive e in massima parte commentate da studio, senza pubblico sugli spalti ed in pista e blindato in questa maniera è destinato inesorabilmente a scomparire, portando anche a ricadute gravi su tutta l’economia del turismo della montagna che su esso ruota.
"A guardare ciò che accade nel mondo siamo quasi messi peggio della primavera, noi dello sci andiamo avanti giorno per giorno senza sapere cosa potrà accadere tra una settimana". Così all'AGI, Markus Waldner, altoatesino, responsabile della Coppa del mondo maschile di sci alpino in merito alle possibili ripercussioni sul 'Circo Bianco' a seguito del forte incremento di casi di Covid-19 in tutta Europa, in particolare in Nazioni storicamente sede degli eventi di sciistici, quali Austria e Germania. Parlando dei tamponi che dovranno sottoporsi le persone ammesse all'opening di Coppa di Soelden, Waldner dice, "tutti devono presentare un documento non più vecchio di 72 ore che attesti la negatività al Covid-19 rilasciato da una struttura sanitaria: se qualcuno non verrà, cosa che potrà accadere, correttamente dovrà dire se è risultato positivo e non celarsi dietro ad altre motivazioni".
In conclusione speriamo che questa situazione come auspicato da tutti sia solo temporanea e che dalla prossima stagione si possa tornare finalmente alla normalità.