TdG - Saracco torna in famiglia
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Roberto Saracco lascia il gigante italiano.
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dire che i mali del gigante non dipendono da lui.
È antipatico dire che le responsabilità sono di altri, che affondano le proprie radici nel passato, ma in questo caso lo scriviamo forte e chiaro.
I risultati, cioè i numeri, parlano di un leggero miglioramento con Saracco.
Borsotti è rinato, ci pare.
De Aliprandini sembra poter incidere, finalmente.
In verità neanche i miglioramenti dipendono strettamente da Saracco, troppo breve la sua guida dei gigantisti.
Parliamo di atleti che hanno molte stagioni alle spalle, Borsotti ha cambiato materiali, Nani non ha ancora avuto modo di esprimersi di nuovo nella massima serie con continuità.
Ecco: Nani è l’esempio perfetto di come la guida del gigante italiano, e i risultati dello stesso, dipendano in buona (o buonissima parte) dal lavoro che i singoli atleti svolgono con i propri allenatori.
Il tema dei ‘team privati’ é di piena attualità e pensiamo lo sarà sempre di più.
Il capo del gigante italiano ci pare avviato, chiunque sia, a diventare un selezionatore, sul modello, per semplificare, di ciò che è l’allenatore della Nazionale di calcio.
E il selezionatore sarà considerato bravo se potrà schierare Zoff Bergomi Cabrini Gentile Collovati Scirea etc etc