TdG - Pensieri in quarantena
False
Una premessa doverosa: qui si parla di sci.
La catastrofe che stiamo vivendo e che vivremo in futuro coinvolge il ‘movimento’ dello sci e lo sci agonistico, e di questo parleremo.
Anzi, parleremo soprattutto degli atleti, di coloro che sugli sci vogliono andare forte, più forte degli altri.
Abbiamo già osservato alcuni ritiri inaspettati: crediamo che il covid-19 abbia una parte in alcuni di questi.
Crediamo che altri ritiri saranno provocati dal virus: per un atleta già in bilico tra la decisione di chiudere e quella di continuare, il covid-19 può far propendere per la prima opzione, il ritiro. L’incertezza sulla prossima stagione di gare, sugli allenamenti in ghiacciaio, sulle trasferte di agosto e settembre oltreoceano (inseguendo l’inverno australe) avranno un peso forse decisivo.
Per tutti gli altri atleti, per i giovani e giovanissimi, l’incertezza è solo nei ‘modi’: cosa si riuscirà a fare, e quando.
È certamente un problema comune a tutte le discipline sportive: le Olimpiadi di Tokyo 2020 non si faranno, è quasi certo, e quattro anni di sforzi organizzativi verranno annullati. Secondo noi andrebbero spostati al 2021, con una decisione senza precedenti, e non cancellati in attesa di quelli del 2024.
Ma torniamo allo sci: sono i più giovani a patire le conseguenze più gravi del cataclisma covid-19.
Gli atleti affermati (cioè quelli che frequentano la WC con continuità) patiscono ovviamente un gran danno, ma non vengono ‘fermati’ nella crescita: sono già, chi più chi meno, ‘ricchi’ di risultati, la loro prospettiva è diversa.
Chi, invece, sognava di entrare nell’élite dello sci può essere disorientato.
Il futuro è sempre difficilmente prevedibile nello sport, ma oggi il contesto è radicalmente cambiato e l’incertezza (ricordiamo che gli atleti ragionano in termini di ‘programmazione e obiettivi’, proprio come un’impresa) è tanto cresciuta da essere quasi insuperabile.
Ci sarà forse un’improvvisa schiarita, e tutto ricomincerà come nelle passate stagioni, con i normali problemi di innevamento, con le normali anomalie dei regolamenti FIS, con la regolarità delle gare a volte un po’ traballante.
Ci auguriamo che tutto questo torni ad essere, anche se una revisione dell’accesso alla WC (gli esperti di regolamenti sanno a cosa mi riferisco...) è, oggi più che mai, auspicabile.
Agli atleti auguriamo, come al solito, il meglio: vederli mentre si allenano in casa o in giardino è commovente.
Il loro mondo non si ferma, la loro volontà è nel presente: si proiettano a novembre, alcuni un po’ prima, all’apertura di Soelden.
Noi li aspettiamo. Noi aspettiamo che tutto ricominci.