Il caso Shiffrin-Magoni:cosa è successo?
di Matteo Pavesi
Nei giorni scorsi ha tenuto banco il (presunto) caso di spionaggio tra il team di Petra Vlhova, capitanato dal bergamasco Livio Magoni, e il team di Mikaela Shiffrin, non a caso le due principali protagoniste della classifica generale femminile e dello slalom in particolare - gli ultimi 24 slalom sono andati tutti a loro due, con 19 vittorie a 5 per l'americana.
Subito dopo lo slalom di Zagabria, vinto nettamente dalla slovacca, è apparso un articolo sul magazine statunitense Skiracing.com a firma di Moran Mackenzie.
Un articolo che oltre alla cronaca di gara e alle dichiarazioni delle due protagoniste, aggiungeva: "Vlhova può essere forte e solida nello slalom, ma ci sono altre componenti nella sua sciata e nei suoi allenamenti che non sono paragonabili a quanto fa Shiffrin. Per questa ragione Livio Magoni spesso manda qualcuno a registrare le sessioni di allenamento di Shiffrin nel corso della stagione. Il team di Magoni non solo filma le manche di allenamento di Shiffrin, ma filma l'intero staff, osservando come lavora il miglior team di CdM. Magoni ha detto che guarda i video di Shiffrin quasi tutti i giorni (...) Si sente fortunato di poter aver accesso alla "proprietà intellettuale" degli altri team, visto che gli allenamenti nello sci non sono protetti dalla legge come in altri sport"
A questo punto la giornalista cita direttamente Magoni: "E' importante guardare Mikaela perchè è la migliore del mondo. E' importante per capire come portare piccoli miglioramenti nella sciata. Se sei intelligente, puoi imparare molto. Come gli sciatori pensano, ma anche come si muove il team intorno ad essi. Come responsabile è importante vedere come gli altri gestiscono le loro squadre."
L'articolo prosegue spiegando che, essendo in montagna, non è possibile allenarsi totalmente al riparo da occhi indiscreti, e cita direttamente la risposta di Mikaela: "Quel che faccio con la mia sciata, è come fosse una mia proprietà. E' qualcosa che ho creato con i miei allenatori e con le persone con cui lavoro. E' qualcosa che ho creato intellettualmente e fisicamente. E' qualcosa che sono in grado di fare e nessuno mi ha spiegato come farlo."
Nello stesso articolo viene riportata un'ultima affermazione di Magoni: "So che non è del tutto corretto, ma d'altra parte, è anche positivo che qualcuno faccia video agli altri atleti perchè significa che vogliono imparare, e vogliono imparare dai migliori. A volte abbiamo problemi, ma è il nostro lavoro"
Apriti cielo. Tre giorni più tardi la "Gazzetta dello Sport" a firma Marisa Poli, torna sull'argomento riprendendo di fatto l'articolo di Skiracing, nel frattempo ripreso da moltissimi media americani, slovacchi, austriaci, italiani etc...
Oggi Sciare Magazine, a firma del direttore Marco di Marco, ha pubblicato la risposta di Magoni a queste accuse: "...la giornalista americana a Zagabria ha estrapolato le frasi che servivano per inventare lo spionaggio industriale non corretto del team Vlhova. Ricordo per correttezza che io non ho mai inviato nessun allenatore in località diverse da quelle dove siamo per filmare altri team. E non solo americani. Ricordo anche che abbiamo fatto video quando siamo tutti sulle stesse piste come fanno tutti i team, non solo il nostro. Tra l’altro anche Petra è filmata da altri team. E ricordo che non esiste nessuna regola riguardo ai video."
Cosa aggiungere? Che l'1.31 che Vlhova ha rifilato a Shiffrin a Zagabria è il maggior distacco mai accusato da Mikaela dalla slovacca, anzi è il maggior distacco mai accusato da Mikaela su un podio dello slalom, peggio ancora di Lienz 2011 (8 anni fa!!!) quando con il pettorale #40 chiuse al terzo posto, salendo per la prima volta su un podio di Coppa del Mondo, a +1.30 da Marlies Schild.
Un centesimo in meno.