Sofia Goggia:"peccato, potevo qualificarmi"
di Matteo Pavesi
Soelden Live - Tre centesimi. Tanto basta a Sofia Goggia per non qualificarsi per la seconda manche del gigante di Soelden, dopo essere partita con il pettorale n.64, intorno alle 11.30, ovvero un'ora e mezza dopo Petra Vlhova.
Una manche che lascia l'amaro in bocca (32/a alle spalle di Romane Miradoli per un centesimo) perchè con un pizzico di velocità in più sul finale Sofia si sarebbe ritrovata tra le primissime a partire nella seconda manche, con la pista perfetta e la possibilità di cogliere un buon risultato, migliorando così il pettorale di partenza.
La bergamasca, a causa dell'infortunio dello scorso anno e della predilezione per la velocità, è scivolata indietro nel ranking, e se solo nel gennaio 2018 poteva vantare di essere salita sul podio (3/a a Kranjska Gora), ora tra le porte larghe del gigante si trova a rincorrere le avversarie da lontano.
"Peccato! Ho tenuto un sacco sul muro, all'inizio ho fatico a prendere il ritmo, ero molto 'aggrappata'... - spiega Sofia al parterre a fine manche - è andata così, ma comunque ci mettiamo a testa bassa e lavorare. Partire con questo pettorale? Nessun problema, c'era tanto sole e calore sugli scarponi. In partenza ho un po' sentito questa prima gara, ma niente scuse ho sbagliato io l'approccio, la pista era bellissima, si poteva fare risultato anche con il 64. La gara è sempre la gara, quando metti la tutina è diverso... Non ho rispettato la sciata che avevo in questi giorni in allenamento. Il mio percorso per tornare alla vetta del gigante sarà lungo...senza fretta, ma senza sosta! Peccato davvero non aver sfruttato la pista, perchè era bella, si poteva fare. Non cambia però il mio programma di allenamento: in Nord America farò prevalentemente velocità perchè a Ushuaia non ne ho fatta tanta. Bastava davvero quel poco in più sul muro per essere tra le venti e le trenta, non sono riuscito a tirarlo fuori."