Buzzi: "Punto a essere costante"
di Matteo Pavesi
Il velocista azzurro Emanuele Buzzi è tornato tre settimane fa ad allenarsi coi compagni sulle nevi dello Stelvio, 5 mesi dopo l'infortunio di Wengen.
Il sappadino si era rotto il piatto tibiale della gamba destra subito dopo aver tagliato il traguardo della discesa di Wengen, lo scorso gennaio, finendo contro le barriere al parterre, e facendo segnare - ironia della sorte - il sesto tempo complessivo, ovvero il suo miglior risultato in carriera.
La FIS lo ha intervistato: "...cosa hai pensato dopo essere caduto nel parterre? Ti sei reso conto della gravità dell'infortunio?"
"Non appena ho tagliato il traguardo ero felice di come avevo sciato, anche se non sapevo ancora il risultato. Dopo la caduta ho capito subito che era qualcosa di serio, ma il mio primo pensiero è stato per la classifica di gara! Poi ho passato tutto il pomeriggio a decidere se essere felice per il miglior risultato della carriera o triste pensando che avrei perso il resto della stagione, Mondiali compresi."
Come è andata la riabilitazione e che programmi hai?
"Ho passato tre mesi tra stampelle, fisioterapia, palestra e piscina. Ora mi sento molto meglio, e a inizio luglio ho messo gli sci per la prima volta. Ora seguo il programma di squadra con uno stage allo Stelvio e poi andremo a Ushuaia il 19 agosto."
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi e come pensi di raggiungerli?
"Ho sempre creduto che fosse importante crescere costantemente sia nella preparazione fisica che nei risultati. Certo la gara è il punto di arrivo finale, ma la cosa più importante è essere costante. Questa è la chiave per arrivare al vertice."
Che vantaggi ci sono ad allenarsi con atleti come Paris, Fill e Innerhofer?
"E' molto positivo per la crescita. Allenarsi e vivere al loro fianco è una esperienza importante dove puoi imparare molto. Per cui prova a tirar fuori il massimo da ogni situazione."
Quali sono gli aspetti positivi e negativi della vita con la squadra?
"A differenza da altre squadre, siamo fortunati di poter passare alcuni giorni a casa durante l'inverno. Nell'ultima stagione ci siamo focalizzati molto sul lavoro di squadra perchè abbiamo capito che è fondamentale per la crescita di tutti. La nostra vita è imprevedibile, e rende ancor più difficile mantenere i rapporti con la famiglia e gli amici, ma mi sono abituato e non lo cambierei."
Com'è Emanuele fuori dal mondo dello sci?
"Sono una persona tranquilla e socievole. Mi piace stare insieme agli amici e vivere la natura del mio paese, Sappada, sulle Dolomiti bellunesi. Mi piace giocare a golf e guardare le serie TV."