Max Blardone: "il progetto Giovani è innovativo"
a cura della redazione
Sul suo sito personale l'ex gigantista azzurro Max Blardone ha pubblicato ieri una intervista che spiega meglio il suo ruolo nel nuovo progetto Giovani della FISI e dimostra tutta la carica e la grinta dell'ossolano.
Max Blardone torna in FISI e collabora ad un nuovo progetto per i giovani dello sci alpino. Di cosa si tratta?
E' un progetto innovativo, un'idea che coltivo da tempo e che prende spunto dalla mia esperienza personale abbinata a tecniche di preparazione all'avanguardia con un occhio attento anche a format vincenti utilizzati da alcune Nazionali straniere. L'idea di base è un rinnovato concetto di "lavoro di squadra": l'obiettivo è fornire una preparazione a 360 gradi per formare da subito dei professionisti. Non solo dunque lavoro in pista ma anche uno specifico programma di allenamento atletico con un'attenzione agli aspetti motivazionali e psicologici. Pur essendo lo sci alpino uno sport individuale, il ruolo della squadra, soprattutto nella fase sportiva di questi giovani atleti, è fondamentale: fare gruppo è molto importante, dai compagni di squadra si può trarre ispirazione, il confronto aiuta a migliorarsi e un clima positivo e vincente può avere una grande influenza sulla prestazione.
Come sono state composte le squadre?
Abbiamo selezionato atleti che hanno dimostrato importanti doti tecniche e fisiche, dall’alto potenziale e soprattutto dalla giusta attitudine; io la definisco "fame di vittoria", che in un'atleta vincente non deve mai mancare. Sono ragazzi che osservo con attenzione da alcuni anni e oggi hanno una grande opportunità, essere i protagonisti di un progetto importante che mira a preparare nel modo giusto coloro che potrebbero diventare gli atleti della squadra nazionale italiana dei prossimi anni.
Max, hai parlato di esperienza personale...
Nel 1999 divento Campione del Mondo Junior e in quell’anno, l'allora Responsabile di squadra Flavio Roda, oggi Presidente della Federazione, propose di convocare in prima squadra dei giovani di talento, tra cui appunto figuravo anche io. Dubbi e perplessità non mancarono ma un determinato lavoro di squadra, supervisionato dall'occhio attento di quell'allenatore all’avanguardia, fece sì che le perplessità si tramutarono in risultati. Nella nostra squadra c'erano tanti atleti forti e questo stimolava la sfida positiva all’interno del gruppo in modo da alzare il livello di competitività. Da questo spunto nasce oggi il nostro progetto per mettere nelle condizioni i giovani atleti di affacciarsi in Coppa del Mondo da veri professionisti.
E' un punto di vista indubbiamente innovativo, almeno in Italia...
Il nostro sport non è fatto solo di sci, è una disciplina complessa, articolata, in cui tutto deve funzionare al meglio: il lavoro sul fisico è molto importante, ecco perché, per esempio, sono stati introdotti nel programma nuovi e più lunghi ritiri atletici ma anche il giusto equilibrio emotivo e l'aspetto motivazionale sono fondamentali per completare la formazione di veri e propri professionisti. Negli ultimi anni il livello degli atleti vincenti si è alzato ed è necessario restare al passo non lasciando nulla al caso.
Quali sono dunque gli altri tasselli che compongono il progetto?
Sono tanti gli aspetti che ho condiviso con il Presidente Roda ed è per questo che si è deciso di aggiungere ingredienti importanti al progetto: sessioni di allenamento atletico ben strutturate nei tanti centri all'avanguardia distribuiti sul nostro territorio
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